Perugia

Chianelli, accordo col Comune per ampliare il Residence

Il Comitato per la vita “Daniele Chianelli” amplia il proprio residence, accanto all’ospedale, creato per accogliere e dare assistenza alle famiglie dei bambini che da tutto il mondo giungono a Perugia per combattere la loro fondamentale battaglia contro il tumore e la leucemia. Il Comitato e l’Amministrazione comunale perugina hanno infatti trovato un accordo, che porterà alla donazione, da parte dell’ente, del terreno, adiacente all’attuale struttura del residence, dove verranno realizzati ulteriori 20 appartamenti destinati alle famiglie dei piccoli malati.

L’annuncio dell’accordo, che conclude finalmente un iter iniziato diversi anni fa, è stato dato dal presidente del Comitato per la vita, Franco Chianelli, insieme all’assessore comunale Edi Cicchi, nel corso della conferenza stampa in occasione della donazione, fatta dallo stesso Comitato Chianelli al reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale, di 5 monitor che permettono di monitorare in tempo reale le funzioni vitali dei bambini ricoverati. “Strumenti fondamentali, di ultimissima generazione – ha spiegato il direttore della Struttura complessa di Oncoematologia pediatrica, Maurizio Caniglia – che vengono normalmente utilizzati in terapia intensiva. I bambini ricoverati nel nostro reparto – ha detto – sono però pazienti ad alto rischio di sviluppare infezioni e per questo devono essere trasferiti in rianimazione solo in condizioni estreme. Queste apparecchiature ci permetteranno di monitorarli intensamente nella loro camera. I monitor – ha aggiunto – sono già stati installati e utilizzati su pazienti trapiantati con ottimi risultati”.

I monitor, del valore di 50mila euro, sono stati acquistati grazie anche al contributo delle scuole di danza umbre nell’ambito del “Progetto Beatrice”, iniziativa promossa dai genitori della bimba Ombretta Meniconi ed Aldo Santi, che da 10 anni collaborano con il Comitato promuovendo numerosi eventi di beneficenza, tra cui il Gran Galà di Danza “Il sorriso di Beatrice”. La forza di Ombretta e Aldo, che dal proprio dolore hanno trovato la motivazione per aiutare altri bambini e le loro famiglie, è stata applaudita con commozione ed ammirazione dai presenti. Ombretta, che dopo 25 anni aveva lasciato la danza “insieme a Beatrice”, è riuscita a coinvolgere, in dieci anni di attività, le scuole di danza umbre in questo grande progetto benefico che porta il nome della figlia.

Toccante anche il racconto, fatto dal professor Caniglia, del ragazzino di nazionalità marocchina, “arrivato da noi morto e tornato nel suo Paese vivo e con un bel caratterino”. Perché a Perugia, grazie alle convenzioni internazionali siglate attraverso il Ministero, vengono a curarsi bambini dall’estero, oltre che da tutta Italia. Bambini che spesso, nel loro Paese, non avrebbero speranza di guarire. “Prima gli italiani? No, prima vengono le persone” ha detto a questo proposito la governatrice umbra Catiuscia Marini, riferendosi, pur senza citarlo apertamente, ad uno dei principi guida dal neo ministro Salvini.

Marini ha sottolineato l’importanza del lavoro di squadra (operatori medici, istitutizioni, fondazioni private e volontari) che ha consentito alla sanità umbra di rispondere a tutti e 20 i parametri che in materia di sanità la pongono come regione di riferimento a livello nazionale. Da qui l’importanza degli investimenti strategici, da parte di chi è chiamato a programmare, perché un buon sistema sanitario, oltre a garantire le prestazioni, deve avere un’adeguata e costante capacità di innovazione.

A questo proposito, il direttore dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Emilio Duca, ha ricordato la rivisitazione degli spazi effettuata nel reparto di Oncoematologia pediatrica, che ha consentito l’ampliamento da 7 a 11 dei posti letto per il ricovero ordinario. Una soluzione che riduce il disagio dei pazienti e che risponde ad una richiesta aumentata: nel 2017 i trapianti di midollo con cellule staminali sono triplicati, con un’alta percentuale di guarigione.

Per avere accesso alle cure è però necessario sostenere le famiglie dei bambini malati. Un sostegno innanzitutto economico, ma anche, ha ricordato Franco Chianelli, in ogni altra esigenza, “grazie alla bellissima squadra del gruppo multidisciplinare, composto da educatori, psicologhe, assistenti sociali, mediatori culturali, arteterapisti, musicoterapisti, che prendono in carico il paziente a 360 gradi. Il Residence – ha concluso Chianelli – è la loro famiglia e la loro casa”.