” I quaranta anni trascorsi dalla morte di Ernesto Che Guevara hanno contribuito ad edificare un mito e ad estendere indebitamente a sinistra elementi culturali e politici che hanno caratterizzato la destra nel 900 italiano. Così il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (An) che spiega come alla destra piaccia ricordare questa figura in un contesto svincolato dalle ideologie, che parli ad una gioventù capace ancora di sognare altri mondi ed altre vite. E quella di Che Guevara una leggenda che non ha l'esclusiva di una parte politica e che non può languire dove i miti non sono capiti.
L'esponente di An dice poi che la sua parte politica non ha ovviamente la pretesa di appropriarsi del “Che, anche se è di tutta evidenza che il prototipo incarnato da Guevara mal si concilia con una tradizione altamente burocratica e che, per dirla con Brecht, non ha bisogno di eroi. E non è un caso aggiunge – che questa figura sia stata osteggiata in vita e tendenzialmente dimenticata in morte, sia nella Mosca sovietica, sia a Pechino. Di fatto Ernesto Che Guevara dice Lignani Marchesani – ha tentato di innestare, senza successo, la tradizione prettamente europea del volontarismo eroico nel contesto sudamericano. Nel medico argentino cè molto del D'Annunzio di Fiume e ben poco di Marx e di materialismi storici vari. Lo stesso mito delle cause perse e della gioventù che si immola in una sorta di sacrificio rituale prosegue – ricorda più Prezzolini e Drieu La Rochelle, oltre che naturalmente il mito della bella morte dei combattenti della Repubblica Sociale, che non Marcuse o i salotti radical chic. E non è un caso conclude Lignani – che ben prima di Daniele
Silvestri il Che fu cantato da Gabriella Ferri al Bagaglino con un testo di Pingitore.”
Decisamente interessante e piena di spunti l'analisi del Consigliere Regionale di AN , sopratutto quando accomuna le gesta di D'annunzio , a quelle del Che .
Di sicuro molti esegeti delle due mitiche figure non saranno pienamente d'accordo sopratutto per la contestualizzazione molto diversa delle azioni dell'uno rispetto all'altro.
Ma la riflessione di Lignani Marchesani va sicuramente annoverata tra gli incitamenti alle ” larghe intese” anche su personaggi apparentemente molto distanti dal punto di vista ideologico , ma molto vicini sulle azioni da intraprendere per l'ottenimento del fine .
Alla fine forse Lignani non troverà molto da dire nemmeno su Chavez che fa del Bolivarismo una sorta di manifesto per contrapporsi allo strapotere ” de los norteamericanos” .
Vuoi vedere che alla fine anche la politica di Fidel Castro e dei suoi Barbudos hanno un chè di mitico ?
carvan