Se l’industria è 4.0 anche il comparto di trasporti e logistica dovrebbe essere 4.0, è questo il senso dell’iniziativa della Cgil, per la categoria Filt, che si è svolta oggi all’Hotel Michelangelo. “Logistica e trasporto 4.0, un’opportunità per uscire dalla crisi nel tempo dell’industria 4.0 e dell’area di crisi complessa Terni-Narni” – è il titolo completo del tavolo dei lavori che ha visto protagonisti Marco Bizzarri, segretario generale Filt Umbria, Alessandro Rampiconi, segretario Cgil Filt responsabile del comprensorio ternano, Attilio Romanelli, segretario generale Cgil Terni, Alberto Manzini, segretario generale Civitavecchia-Roma Nord-Viterbo, Vincenzo Sgalla, segretario generale Umbria, Maurizio Cipollone, dipartimenti trasporti e logistica Cgil Terni, Alessandro Romoli, presidente interporto Centro-Italia, Giulia Guida, segretaria nazionale Filt e Maurizio Landini, segretario nazionale Cgil.
A riassumere l’importanza di un comparto troppo spesso dimenticato, ma ancora vivo nelle lotte sindacali (in Umbria si ricordano le vertenze Sda, la ex Fcu e la Gls tra le altre), è stato lo stesso segretario Maurizio Landini: “La logistica è un settore fondamentale per qualsiasi attività industriale – ha sottolineato il leader della Cgil – può produrre innovazione e competizione nei vari settori. Il punto sta nel creare un sistema tra i vari soggetti, sia chi produci mezzi per la mobilità, ma anche mettere in campo gli investimenti necessari per le infrastrutture. Quello che noi denunciamo – conclude Landini – è che oggi non c’è un piano nazionale dei trasporti e si ragiona senza un progetto complessivo che coinvolga regioni e Governo”.
Ci si interroga dunque su quale futuro e quali sviluppo possa avere il settore dei trasporti e della logistica, un comparto dove, come sottolineato da Bizzarri: “si verificano criticità sull’applicazione dei contratti di lavoro, argomento sul quale sarà indetto uno sciopero nazionale a fine mese”.
L’attenzione del sindacato confederato è alta anche sulla tutela dei diritti dei lavoratori: “Anche i diritti – sostiene ancora Bizzarri – dovrebbero essere 4.0, ancora oggi in Italia manca un piano nazionale di trasporti e la logistica può diventare argomento di sviluppo. Forse è il caso di creare una rete di diritti internazionali e sovranazionali che tuteli i lavoratori”.
La tendenza è quella dunque di cercare una rete internazionale che tuteli gli impiegati di settore quantomeno europei, affinché tutti possano godere degli stessi diritti e degli stessi salari. Ma ci si interroga anche sulle potenzialità, a livello occupazionale, di un settore che: “ha in sé elementi di grande modernità e si apre a un grande ventaglio di applicazioni come le nuove frontiere dell’e-commerce” – conclude Bizzarri.
Si è cercato anche di chiarire quali siano le soluzioni che potrebbero rilanciare un mercato che è scivolato lentamente in una zona di crisi, anche per: “la precarietà, sfruttamento e illegalità, condizioni sempre più frequenti nel settore trasporti per abbassare il costo del lavoro” – come sottolineato da Alessandro Rampiconi.
“È necessario ricomporre la frattura tra catena di distribuzione e produzione dopo l’assenza di una vera politica politica industriale nazionale da circa 30 anni. Rispetto alla logistica si sono sviluppate nuove figure professionali – aggiunge il responsabile di Terni della Filt – con paghe più basse e con meno diritti, mentre l’industria dovrebbe avere un impatto ameno invasivo sui territori secondo una logica ‘Smart’”.