Un bilancio preoccupante quello portato alla luce dalla CGIL nella conferenza stampa di questa mattina, martedì 12 gennaio, nella quale, dati alla mano, sono stati i numeri a parlare. Ad uscirne sconfitti soprattutto donne e giovani.
I dati della crisi sono stati mostrati grazie al dossier elaborato da Ires (Istituto di ricerche economiche e sociali) presentato da Fabrizio Fratini, presidente dell’istituto di studi del sindacato umbro. Uno studio che dimostra come la pandemia e l’emergenza sanitaria che ne è seguita abbiano avuto un impatto durissimo su realtà che già versavano in situazioni di grave difficoltà.
La base di partenza era infatti già tentennante con un tasso di disoccupazione prossimo al 10% che penalizza soprattutto donne e giovani e redditi più bassi rispetto alla media regionale (nel ternano ci sono 67,9 contribuenti ogni 100 abitanti). “I dati – spiega Fabrizio Fratini – confermano i limiti della provincia di Terni”.
Stando ai dati il 2020 è stato caratterizzato non solo dall’aumento dei disoccupati (3.500 persone solo su Terni, rispetto alle 14mila totali dell’Umbria), ma anche degli inattivi, ovvero coloro che sono fuori dal mercato del lavoro perché non cercano un impiego. A ciò si aggiungono le quasi 11mila domande di cassa integrazione accolte dall’Inps.
Alla fine del 2019 inoltre erano 20.350 disoccupati iscritti ai centri per l’impiego della provincia di Terni (54% donne) e una fetta compresa tra il 14 ed il 16% delle famiglie è “scivolata” nella soglia di povertà, ossia un reddito di 1.400 euro/mese per un nucleo composto da tre persone di cui un figlio a carico, mentre il 25% dei pensionati riceve una pensione inferiore ai 1000 euro mensili.
“Deve essere chiaro a tutti che questo è il contesto, drammatico, nel quale ci stiamo muovendo e nel quale come sindacato abbiamo fatto di tutto per portare aiuto alle persone che rappresentiamo – ha affermato Claudio Cipolla, segretario generale della Cgil di Terni – lo testimonia il numero, senza precedenti di pratiche svolte dai nostri sindacalisti della tutela individuale nel corso del 2020, oltre 46mila. E lo testimoniano anche I dati molto positivi sulle iscrizioni. Questo è il frutto di un’azione di contrattazione che non si è mai fermata”.
“Il difficile però viene adesso – sottolinea ancora Cipolla – perché in vista della scadenza del blocco dei licenziamenti, bisogna fare in fretta e passare e passare da una fase di pura difesa del lavoro ad una di costruzione di nuove prospettive e progetti, che vadano a sanare le ingiustizie sociali che le diverse crisi hanno amplificato, perché le crisi non sono mai imparziali”.
Nel corso della conferenza Cipolla ha ricordato anche i centinaia di posti a rischio, nel prossimo futuro, in Treofan, alla Sangemini, alla Sogesi e in generale in tutto il settore del turismo e del commercio, senza dimenticare le incertezze riguardo al futuro di Ast. “È chiaro che questa situazione richiede in tempi rapidi uno scatto di reni dell’insieme della società, istituzioni, associazioni datoriali e, naturalmente, sindacato. Noi siamo pronti a fare la nostra parte e abbiamo ben chiare le priorità e le tante opportunità che ci sono”.
di Alessia Marchetti