Jacopo Brugalossi
“Cittadini, Lavoratori! La Camera del Lavoro di Spoleto è stata definitivamente costituita. Era pur giusto e necessario che nella nostra città, dove ormai si radunano centinaia di operai, esistesse una Camera del Lavoro, che come tutte le altre d’Italia, tutelasse i sacrosanti diritti dei lavoratori”. Inizia così il manifesto che annunciava la costituzione della Cgil di Spoleto, avvenuta il 15 febbraio del 1912, e che il sindacato sta affiggendo in giro per la città in questi giorni per ricordare il centenario. Nella conferenza stampa di ieri, a cui sono intervenuti il responsabile dell’organizzazione provinciale Filippo Ciavaglia, il responsabile di zona Foligno, Spoleto, Valnerina, Assisi-Bastia Ulisse Mazzoli e il responsabile dell’archivio storico della Cgil regionale Rosario Di Stefano, sono state illustrate le iniziative per l’importante ricorrenza. Oltre all’apposizione di una targa commemorativa presso la ex-chiesa di San Giovanni in via Porta Fuga, prima sede della Camera di Lavoro spoletina, la Cgil ha inoltrato al sindaco la proposta di una mostra di fotografie e documenti sui 100 annidi attività del sindacato a Spoleto, da realizzare a Palazzo Mauri, integrando il materiale in possesso del Comune con quello reperito in archivio dal dottor Di Stefano.
Poiché l’inaugurazione vera e propria della Camera di Lavoro avvenne il primo maggio del 1912, sarà proprio la festa dei lavoratori il giorno conclusivo delle celebrazioni, entro il quale sarà organizzata una cerimonia commemorativa cui saranno invitati i discendenti dei primi amministratori. Entro quella data, inoltre, la Cgil si impegna ad inaugurare una nuova sede – per cui ci sono già trattative in corso anche se il luogo rimane per il momento segreto – ed a riorganizzare gli incarichi sul territorio. Un investimento coraggioso e forse anche un po’ azzardato, visti i tempi che corrono, che Filippo Ciavaglia ha così spiegato: “C’è bisogno di investire per invertire la tendenza della crisi, e a Spoleto serve una maggiore funzionalità dei servizi, che otterremo riorganizzando il sindacato sul territorio anche a livello logistico”.
Ex Pozzi e Minerva. Nuova sede e nuovi incarichi, dunque, che da soli non bastano a rassicurare i lavoratori licenziati, o a rischio licenziamento, o quelli in cassa integrazione da mesi. Per citare solo il settore metallurgico, sono 2500 i posti di lavoro persi nel territorio provinciale dal 2011 ad oggi. E Spoleto, per stessa ammissione del sindacato, è uno dei territori più critici. Arrivato a conferenza stampa già iniziata, il presidente del direttivo provinciale Fiom Francesco Giannini è stato interrogato sulle questioni Pozzi (ora Ims) e Minerva. Il primo argomento è stato liquidato con la promessa di indire appositamente una conferenza stampa entro questo venerdì, “anche perché è successo qualcosa di brutto”, si è limitato a dire Giannini.
Qualche minuto in più, invece, l’esponente Fiom l’ha speso per illustrare la situazione della Minerva, la cui attuale gestione – l’azienda è da oltre due anni in mano all’imprenditore avellinese Andreone – avrebbe ormai affossato il marchio portandosi via tutto, a fronte di una produzione nulla. “Abbiamo chiesto al curatore fallimentare e al giudice (Laudenzi, ndr) di rescindere il contratto con Andreone – ha detto Giannini – ma non siamo riusciti ad ottenere una risposta chiara e precisa, nonostante riteniamo che vi siano le condizioni a causa del mancato rispetto di alcune clausole contrattuali. Per citarne una, delle 15 assunzioni previste nel contratto ne è stata effettuata solo una, tra l'altro mai pagata”. Giannini è convinto della possibilità di reperire soggetti interessati all’acquisto dell’azienda, ma allo stesso tempo ritiene che il tempo a disposizione si stia esaurendo, e che aspettare la fine naturale del contratto, ottobre 2012, potrebbe essere troppo tardi.