Perugia

Cgil provinciale Perugia, spaccatura e ricorsi sulle elezioni

La sfida tra Vincenzo Colla e Maurizio Landini per la guida della Cgil nazionale divide anche in Umbria il sindacato rosso. E non solo per una diversa visione del modo con cui condurre le battaglie sindacali. Perché qui la frattura è nel merito e nel metodo. Quel metodo che l’area che fa capo a Maurizio Landini e che ha in Vasco Cajarelli il principale animatore contesta le modalità con cui si sono svolte le elezioni  della nuova Segreteria provinciale di Perugia e del presidente del Direttivo.

Rinnovamento degli organismi dirigenti che è avvenuto “dopo un’ampia discussione” recita il comunicato ufficiale diramato dal sindacato. Il nuovo presidente dell’Assemblea, ovvero il massimo organismo politico dell’organizzazione, è Nico Malossi, operaio della Umbra Cuscinetti, mentre alla guida del Direttivo è stato eletto Corrado Corradetti. Su proposta del confermato segretario Filippo Ciavaglia è stata poi eletta la nuova Segreteria provinciale (62% di voti favorevoli) che è composta, con lo stesso Ciavaglia, da Giuliana Renelli, Elisabetta Masciarri, Vanda Scarpelli e Roberto Panico. “Una segreteria, quindi, per la prima volta nella storia della Camera del Lavoro di Perugia, a maggioranza femminile” evidenziava la stessa Cgil.

Ma quel 62%, oltre a mostrare appunto un sindacato diviso quasi a metà, è la cifra sulla quale l’area Landini intende presentare ricorso, poiché non è stata raggiunta la maggioranza necessaria, come ha subito contestato, anche attraverso i social, l’indomito Vasco Cajarelli di fronte al plauso del segretario generale Vincenzo Sgalla.

Ma anche l’elezione di Corradetti alla guida del Direttivo viene contestata dall’area Landini, dato che la  candidatura anche di Wendy Galarza (FIlcams) richiedeva il voto segreto anziché quello palese possibile quando c’è un solo nome in ballo. Tutti segnali, per l’area Landini, di un’accelerazione imposta dai sostenitori di Colla, tanto da arrivare a queste elezioni prima dello svolgimento del Congresso.

La frattura che si è creata a Perugia, appunto, va al di là della diversa visione dell’azione sindacale. Anzi, su quella, al termine di una seduta burrascosa, si è ritrovata una certa unità d’intenti, con l’Assemblea della Camera del Lavoro che ha approvato un documento di critica e proposta sul Defr, il principale atto di programmazione economica della Regione Umbria, che dovrà essere oggetto di confronto all’inizio del 2019 con i vari livelli istituzionali.