“La manovra definita salva Italia dal Presidente del Consiglio Mario Monti contiene poche novità positive per ciò che riguarda sulla crescita e sulle infrastrutture, e molte parti gravi che non la configurano come una manovra equa, ma che caricano al contrario su lavoratori e pensionati, già colpiti dalle precedenti manovre, un fardello pesantissimo”. È questa la motivazione principale per la quale i tre sindacati, Cgil, Cisl e Uil, hanno deciso di proclamare per il 12 dicembre uno sciopero generale, in Umbria, che riguarderà dunque tutti i lavoratori. Lo sciopero sarà di tre ore, mentre i metalmeccanici si fermeranno per l’intera giornata lavorativa di 8 ore, secondo quanto affermato dal sindacato di categoria Fiom Cgil, che ha annunciato la decisione di voler anticipare la serrata per tutta la categoria precedentemente indetto per il 16 dicembre. Sono attesi presidi nelle città di Terni e Perugia di fronte alla Prefettura, rispettivamente alle 11 e alle 10 di lunedì mattina. Gli scioperi continueranno ancora il 19 dicembre, con un blocco di otto ore del pubblico impiego. Le motivazioni della protesta sono state spiegate oggi dai segretari regionali Mario Bravi (Cgil), Ulderico Sbarra (Cisl) e Claudio Bendini (Uil), in una conferenza stampa a Perugia presso l’Hotel Giò. “Si tratta – è stato sottolineato – di una manovra con la quale si è solo pensato a fare cassa sulle spalle dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. E' ancora una volta mancato il coraggio di andare a colpire i privilegi e le lobbies finanziarie. La manovra – hanno proseguito i segretari – è stata sviluppata senza il confronto con le parti sociali, che evidentemente non hanno fisco e pensioni come materie di competenza. Un'esclusione, questa, che di fatto mette in discussione la democrazia, già colpita dalla legge elettorale in vigore. L'auspicio era che, con l'avvento del governo Monti, venisse difesa una maggiore equità sociale. Si è andati, invece, sempre nella stessa direzione, ovvero contro i ceti medi e più deboli della popolazione. Di fatto, mancano provvedimenti che tocchino il patrimonio dello Stato, che riducano le spese militari, che colpiscano le rendite finanziarie”. Tre, in particolare, i paletti fissati da Cgil, Cisl e Uil: previdenza, tasse e fisco. “Materie – è stato dichiarato – decisive per garantire la tenuta sociale del Paese”. In particolare, è stato evidenziato come i tagli della manovra porteranno al 2014 una perdita di 130 milioni di euro per il fondo sanitario regionale. “Senza contare – hanno affermato i tre segretari – la ricaduta che l'allungamento delle pensioni causerà per quei lavoratori coinvolti in vertenze pesanti, come quella dell'Antonio Merloni, che non potranno accedere alla previdenza nei termini che erano stati ipotizzati. In Umbria, inoltre – hanno concluso gli esponenti di Cgil, Cisl e Uil – la mancata indicizzazione delle pensioni avrà conseguenze pesanti sulla platea dei 260mila pensionati che hanno un assegno mensile di circa 850 euro”. Il Segretario Bravi ha poi voluto sottolineare come in realtà in Umbria le ragioni dello sciopero siano rafforzate: “nella nostra regione, infatti – ha affermato Bravi – le pensioni sono mediamente più basse che nel resto del Paese e la mancata indicizzazione al costo della vita sarà un colpo durissimo per migliaia di pensionate e pensionati. Oltre a questo nella manovra mancano completamente elementi volti a favorire la ripresa economica e industriale, di cui l’Umbria, attraversata da tante crisi pesantissime, avrebbe invece estremamente bisogno. Infine – conclude Bravi – gli ulteriori tagli agli enti locali rischiano di mettere ancor più a repentaglio i livelli qualitativi e quantitativi del nostro welfare, patrimonio fondamentale di questa regione, e di costringere gli amministratori locali ad aumentare pesantemente le addizionali, colpendo ancora una volta lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati già fortemente penalizzati. A fronte di questa situazione intollerabile – ha concluso Bravi – chiediamo a tutte le forze politiche e soprattutto ai parlamentari umbri di prendere una posizione netta contro le misure inique contenute nella manovra e di contribuire con i tutti i mezzi a renderla più giusta ed equa”. Tra le firme sindacali assente l’Ugl, che non risulta aver dato risposta all’iniziativa, nonostante, affermano Cgil, Cisl e Uil lo sciopero sia aperto a tutti.
AleChi