Al centro della penisola si profila una sfida da centrare. Quale? Creare un ‘distretto produttivo’ che coinvolga tre dei maggiori comuni colpiti dal terremoto del 24 agosto, Arquata del Tronto, Amatrice, Accumuli, più Norcia, in Umbria, e Valle Castellana, in Abruzzo, per rilanciare le zone ferite dal sisma, evitarne la desertificazione, ricomporne il tessuto sociale e riattivarne le condizioni di sviluppo.
Ecco la mission del progetto M.U.L.A (Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo) da Umberto Trenta. Se ne discuterà al convegno “Il Seme della terra”, martedì 25 luglio alle ore 17 al Teatro Comunale di Cerreto di Spoleto, uno dei 14 comuni del “cratere” della Val Nerina. Quest’ultimo, ha provveduto ad invitare gli altri (Polino, Arrone, Ferentillo, Montefranco, Scheggino, S. Anatolia, Vallo di Nera, Cerreto di Spoleto, Sellano, Monteleone, Poggiodomo, Preci, Norcia, Cascia), per un ordine del giorno che prevede l’analisi delle questioni territoriali interregionali connesse all’iniziativa ideata da Umberto Trenta, la discussione sulla necessità di proporre al governo la redazione di un quadro normativo generale semplificato applicabile alle regioni coinvolte dal sisma, le possibilità di convenzioni tra i comuni interessati all’iniziativa ed individuazione del “modus operandi” per la finalizzazione di un’idea a sostegno di chi vuole riprendersi il diritto alla propria vita.
Tra i relatori, oltre al già citato Trenta, anche il prof. Franco Valentini autore della piattaforma delle UNICITA’, che si candida ad essere un formidabile motore di valorizzazione dei saperi dell’area interno al MULA.
“L’idea-spiega il padre dell’iniziativa, Umberto Trenta,- è di far risorgere le attività produttive di queste terre, puntando anche su risorse agro-silvo-pastorali e potenzialità idriche da sorgente. Nell’iniziativa risulta strategico l’assetto infrastrutturale che si sviluppa intorno all’asse della S.S. Salaria, coinvolgendo anche due arterie viarie centrali nell’economia del Paese: l’A14 e l’Autostrada del Sole.
Solo così si potrà dare respiro e forza ad una progettualità integrata fra le aree terremotate, che nasca dal basso e sia concretamente e non solo idealmente diretta ai territori interessati”.
Foto repertorio TO