Gubbio e Gualdo

Ceri-Unesco, Gubbio dice basta “Sotto esame da 14 anni, per noi iter irrevocabilmente concluso”

Dopo la lettera di Gramas (Rete Grandi macchine a spalla), che ha praticamente escluso la possibilità di fare della Festa dei Ceri un patrimonio immateriale dell’Unesco, ieri (1 giugno) è arrivata la risposta decisa del sindaco Filippo Stirati e del ’Tavolo dei Ceri’ con tutte le sue componenti, riunitosi in Muncipio.

Nella missiva di risposta – sottoscritta dalle Famiglie ceraiole, Maggio Eugubino, rappresentanti dell’Università dei Muratori e della Diocesi – inviata al presidente del Gramas, ai sindaci della rete (Viterbo, Sassari, Palmi, Nola), alla responsabile tecnico-scientifica Patrizia Nardi e all’Unesco, si esprimono “sorpresa e profondo sconcerto” , a partire dal rifiuto di Gramas di partecipare alla Festa del 15 maggio dietro invito del Comune.

Sindaco e componenti ceraiole proseguono poi sottolineando come, in questi quasi 14 anni di alti e bassi per cercare di ottenere il riconoscimento (tutto iniziò nel 2010 quando Gubbio decise di abbandonare la Rete), “in molte circostanze, questo rapporto sia risultato non essere espletato in maniera paritaria e spesso ci siamo sentiti come sottoposti ad esame rispetto ai ‘compiti’ assegnatici”.

Poi la staffilata, in particolar modo, verso Patrizia Nardi, responsabile tecnico-scientifica Unesco: “Sono agli atti prese di posizione, dichiarazioni, sollecitazioni, interlocuzioni che documentano quanto la dott.ssa Patrizia Nardi abbia costantemente lavorato per alimentare aspettative, piuttosto che porre questioni concrete e risolutive”. Fino poi all’ultima accusa di “poca attenzione” e “disinteresse” verso la comunità della Rete, rivolta sempre agli eugubini, l’ultima goccia che di fatto ha poi fatto tracimare la “brocca”.

I sottoscrittori della lettera, dunque, prendono atto di come “Gramas, in questa situazione, non sia in grado di sostenere le aspettative della Comunità eugubina per il progetto di estensione alla Rete Unesco, che anche la comunità ceraiola e più estesamente eugubina, considera con profondo dispiacere, irrevocabilmente concluso!”. “E’ nostro auspicio tuttavia – aggiungono – che ciononostante si possano continuare a mantenere relazioni e scambi culturali fra la Comunità eugubina e le città di Nola, Palmi, Sassari e Viterbo, perché ovunque è l’umanità che alimenta i riti festivi e non c’è nessuna procedura burocratica in grado di comprometterli”.

Gubbio e i Ceri non hanno mai lavorato per ottenere esclusivamente una certificazione di riconoscimento dell’interesse patrimoniale del proprio rito festivo – si legge alla fine della missiva – La nostra Festa non è solo ‘bella’: è vera, autentica, ed appartiene esclusivamente al Popolo che l’anima di anni in anno, rinnovandola ogni volta nel tempo, da secoli”.