La “Folle Corsa” dei tre Ceri di Gubbio è giunta al suo epilogo alle ore 19.59 e, anche stavolta, ha visto Sant’Ubaldo chiudere dietro di sé il portone della Basilica.
Partite alle 18 con l’Alzatella in via Savelli, le macchine a spalla sono passate a tutta velocità per la Calata dei Neri fino a via Cairoli (prima sosta), ripartendo poi per il secondo tratto (circa 900 metri) lungo la Calata dei Ferranti, toccando San Francesco e San Martino, fino alla nuova sosta in cima a via dei Consoli.
Dopo le girate della Sera in Piazza Grande i Ceri hanno poi percorso via XX settembre e gli strettissimi Buchetti, con l’ultima fermata alla porta di Sant’Ubaldo. Da qui, alle 19.50, è infine scattata la scalmanata e sfiancante ascesa al Monte Ingino – lunga 1.565 metri, con una pendenza del 20%, 8 tornanti e 9 rettilinei – durata poco meno di 10 minuti.
Sant’Ubaldo, come detto, anche stavolta è riuscito (con brivido) ad entrare in Basilica lasciando “aspettare” fuori San Giorgio (subito dietro) e Sant’Antonio. Quest’ultimi sono entrati pochi minuti più tardi, solo dopo i festeggiamenti nel chiostro e lo “scavijamento” del cero del patrono. Si è trattato di una corsa praticamente perfetta, quasi “impeccabile”, durante la quale non si sono registrate cadute dei Ceri ma solo leggerissime “pendute”.
Nonostante tutto questa edizione, rispetto ad altri anni, ha visto un numero particolarmente alto di feriti: gli interventi dei sanitari sono stati complessivamente 64 nel corso dell’intera giornata, 40 nella mattinata e altri 24 nel pomeriggio (lo scorso anno erano stati 34 in tutto). Nello specifico sono stati affrontati: una crisi epilettica, 2 sincopi, 21 svenimenti, 6 attacchi di panico, un politrauma, 14 traumi, 9 ferite, 2 ipertensioni, 2 epistassi, 2 ipotensioni, 2 dolori toracici e 2 dolori addominali. Tra le 64 persone soccorse, 9 sono state ricoverate all’ospedale di Branca.