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Ceri di Gubbio: la città in festa con Sant'Ubaldo. San Giorgio cade in Via Cairoli

Un fiume di gente, sotto il sole clemente di una giornata che ha regalato tante emozioni. La pioggia, tanto temuta, si è fatta aspettare fino a tarda serata. Il cero di Sant'Ubaldo, come ogni 15 maggio, ha varcato la soglia della basilica in cima al Colle Eletto, intorno alle 20, dove in tanti, tra eugubini devoti e turisti curiosi, lo hanno aspettato. Dietro al cero del vescovo, morto nel 1160, si sono chiuse le porte, e, come da tradizione, i ceri di Sant'Antonio e San Giorgio sono rimasti fuori, insieme ai ceraioli, fino a quando Sant'Ubaldo non ha deciso di riaprire la porta. A far da cornice a uno degli eventi più caratteristici di tutto il centro Italia, il suono delle campane suonate con piedi e corde dagli eugubini che salgono fin su al campanile, i mazzolini di fiori, i colori e le canzoni della festa.

I nomi – Quest'anno Capodieci per il Cero di Sant’Ubaldo era Tiziano Palicca, Andrea Martiri per San Giorgio e Ubaldo Gini per Sant’Antonio. I Capitani erano Gabriele Capannelli primo Capitano e Vitaliano Pannacci secondo Capitano: sono stati loro guidare la Festa, insieme all’Alfiere Gianni Cambiotti e al trombettiere Marco Tasso. Il cero di San Giorgio però non ha retto alla difficile Calata dei Neri, affidata ai ceraioli più esperti, ed è caduto più precisamente in Via Cairoli, nel pomeriggio.

Il percorso – Dopo la tradizionale Alzata in Piazza Grande alle 11.30, i ceraioli cominciano la loro veloce sfilata per le vie della città, ciascuno con un suo percorso. Poi alle 18 la corsa: i Capitani dell'anno precedente danno il via, ed un coro compatto si alza, recitando il “via ch'eccoli!”. I tre Ceri percorrono la Calata dei Neri (Via Dante, Via Garibaldi e Via Cairoli) e dei Ferranti (Via Mazzatinti). Poi tornano in Piazza Grande: il Primo Capitano riconsegna le chiavi al sindaco e le campane suonano di nuovo come al mattino. I tre ceri compiono tre “Birate” (girate) intorno al pennone e da lì corrono su per le strette vie di Gubbio, attraverso le dure salite del primo e del Secondo Buchetto, non sensa lasciar riposare i ceraioli anche per mezz'ora. E poi si sale, in velocità, per circa 9 minuti, fino al Monte Ingino, dove si trova la basilica, tra 9 stradoni e 8 tornanti. L'ordine, imperturbabile, è sempre lo stesso: prima Sant'Ubaldo, poi San Giorgio e poi Sant'Antonio. Il percorso, da Via Danti alla Basilica, è di circa 4 chilometri. La pendenza è di circa il 15%.

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La dedica di Guasticchi – “La città di Gubbio rinnova, con la Festa dei Ceri, l'antico rito catalizzatore d'identità civile e sacralità religiosa”. Anche il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi nel sottolineare il grande valore dell'evento, assurto a simbolo e logo della Regione dell'Umbria, incita gli eugubini a non disperdere i valori e i contenuti della “Festa”. “Molti significati rituali sono alla base della Festa dei Ceri – sottolinea Guasticchi – e la Corsa ha il compito di tenerli tutti uniti. Il vortice che si crea con l'alzata e l'ascesa al monte compie il miracolo di tenere uniti millenni di storia in un brevissimo spazio di tempo e tutta quella forza, quell'energia di una città, concentrata in piazza, proietta sul futuro gli antichissimi riti che hanno reso significativa al massimo grado la Corsa per tutta la regione. La Festa, perciò – aggiunge il presidente della Provincia -, ha un futuro inequivocabile in quanto tutta la città che si ritrova nella piazza realizza la potenza necessaria a rigenerare ogni anno riti fondativi. Non si saprebbe immaginare l'Umbria senza il fragore e il clamore di popolo che si crea intorno ai Ceri. La presenza dei Ceri nella vita quotidiana degli eugubini è ramificata, diffusa e costante: essa collega qualunque aspetto civile, religioso, turistico, culturale della città, anche quando la città affronta i suoi problemi di ogni natura economica e sociale. Per questo, Gubbio si sta adoperando a riunire in un grande Centro di documentazione i materiali riguardanti la storia della manifestazione in vari momenti della sua evoluzione. La Provincia di Perugia – è l'impegno di Guasticchi – sarà particolarmente vicina a questo lavoro di studio e di ricerca, per dare alla comunità eugubina ogni possibile forma di collegamento e di comunicazione, adeguata ai tempi, dei valori e dei significati della Festa. Le generazioni passate e quelle future si ritroveranno così, come comunità perennemente in cerca dei propri fondamenti culturali e delle proprie inclusioni sociali. È compito di ognuno di noi, in quanto umbro – conclude Guasticchi -, sostenere idealmente la macchina dei Ceri e spingerla verso l'obiettivo della più potente e significativa unificazione dell'intera regione sotto la forma della più aperta integrazione di popoli e di civiltà, di epoche e di storie”.

Il concerto – Si terrà oggi giovedì 16 maggio alle ore 18, con il patrocinio del Comune di Gubbio, presso la Chiesa di S. Maria al Corso, il tradizionale concerto in onore di S. Ubaldo della Banda Comunale di Gubbio diretta dal M° Nolito Bambini. In programma musiche di Verdi, Wagner, Brahms, De Haan, Kander, Morricone, Schubert.

Ale. Chi.

(Foto e video di Nicola Palumbo)

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