Anima civica pone la domanda (e spera di contribuire a dare anche delle risposte): “Che futuro per Fontivegge?”. Martedì 16 ottobre alle 18, nella Sala Conti della Cgil al Bellocchio, chiama a raccolta la cittadinanza su quella che considera una delle cinque priorità urbanistico-sociali della città di Perugia. Proprio mentre sulla ruota di Fontivegge, a Roma, si sta giocando una puntata da 16 milioni di euro. Tanti sono infatti i fondi messi sul piatto con il bando periferia, poi tolti e forse rimessi (aspettiamo di averli in cassa) dall’attuale Governo.
Ma il problema di Fontivegge, che con la stazione ferroviaria è diventata una delle principali porte di accesso alla città di Perugia, va comunque risolto. Come quello che riguarda i grandi contenitori del centro storico: il Turreno, l’ex carcere, il Mercato Coperto. E San Francesco al Prato, l’unico progetto che, pur dopo tanti anni, andrà sicuramente in buca.
Per gli altri progetti a sinistra si guarda, con preoccupazione e nostalgia, alla partita, tutta sua, che l’amministrazione comunale sta giocando. Senza che, in città, tra le forze politiche e sociali, si sia sviluppato un reale dibattito su come costruire la Perugia del futuro valorizzando le sue bellezze del passato.
Il niet di Belardi
Un pallino, per Anima Civica, insieme ai temi del lavoro e della cultura, avere un progetto complessivo di riqualificazione urbanistica di Perugia. Tanto che già a giugno, su questo progetto programmatico, aveva pronto anche il candidato da proporre alla coalizione di centrosinistra, nella figura del professor Belardi. Che poi declinò l’invito, forse spaventato dai continui tentennamenti dell’azionista di maggioranza della coalizione, il Pd, ancora alle prese con le divisioni tra “-iani” (bocciani, mariniani, renziani, martiniani etc. etc.). O forse perché, di questi tempi, a fare il campione del centrosinistra nella tenzone elettorale si rischia di cadere rovinosamente a terra. Quindi, “no, grazie“.
I cavalli di ritorno azzoppati
Lo schema, però, sembrava chiaro: il Pd, visto il tracollo di marzo, non può presentare come candidato un uomo (o una donna) di partito. E in questo senso, sono stati subito azzoppati i vari cavalli di ritorno, come Andrea Cernicchi e Valeria Cardinali. Bisognava pescare nella cosiddetta società civile. E magari, il nome del candidato sindaco, concordato, non doveva ufficialmente uscire dalla sede di via Bonazzi. Meglio il gioco di sponda, assicuravano i pontieri sempre al lavoro, pur attenti a non turbare gli eredi della Democrazia cristiana.
“Giubilei? L’ho scoperto io!”
Una strategia che però non ha resistito alla smania di qualcuno di far vedere che ancora conta in quello che, guardando all’oggi senza dar conto dei sondaggi, sarebbe il partito di maggioranza relativa in città. Ecco che allora il nome del giornalista Rai Giuliano Giubilei, come possibile candidato del centrosinistra, è stato fatto trapelare in modo apparentemente neutro, come un venticello d’autunno. Ma si capisce bene da dove è arrivata la soffiata. Anche perché, da una settimana, sui cellulari arrivavano messaggi del tenore: “Tizio, lo fai tu il suo nome? Oppure lo facciamo fare a Caio?“. Sempre però col sorrisetto di Sempronio, ad indicare la paternità di una scelta ritenuta “di livello“. Vi ricordato Pippo Baudo imitato da Gigi Sabani? Ecco: “Giubilei? L’ho scoperto io!“.
Parla il candidato in pectore
Di livello lo è, Giubilei. Pronto a giocare subito le proprie carte. Iniziando ad eliminare le pericolose scartine. Come la probabile accusa, che potrebbe essergli mossa dal campo avversario, di non vivere Perugia. E allora, ecco affiorare sui social i suoi ricordi di quando, da bambino, tornando a piedi da scuola alle elementari, sentiva il profumo che usciva dalla fabbrica della Perugina. La fabbrica di Fontivegge, di cui resta la ciminiera in mattoni, a piazza del Bacio.
E proprio all’iniziativa di Anima Civica su Fontivegge plaude Giubilei, invitato in tempi, assicurano, non sospetti. Magari, se avrà tempo, farà anche un’apparizione per dire la sua. Intanto l’ha affidata ai social, la sua opinione: aprire “un grande cantiere dibattito sul futuro di Perugia“, città della cultura. Detto così, anche Anima Civica può sottoscrivere una candidatura che, nonostante tutti i buoni propositi, è emersa dagli equilibri-disequilibri interni al Pd.
L’adunata di mercoledì
Poi, però, c’è il resto del programma. Di cui non si parla. Si è partiti dal nome. E allora il confronto con associazioni e forze politiche, compresa la galassia di sinistra, che il Pd ha organizzato per il giorno successivo, mercoledì 17, rischia di essere, al di là delle buone intenzioni iniziali, un passaggio informale per comprendere se sul nome di Giubilei ci sono veti.
Un modo per imporre il candidato dem, ancora una volta, ai piccoli alleati? Forse. Oppure, effettivamente è cambiato il metodo e mercoledì si parlerà di contenuti, senza pronunciare il nome di Giuliano Giubilei, neanche a seduta sciolta. Quel che è certo, è cambiato lo scenario. Una volta, dire “no” al candidato del primo partito del centrosinistra significava mettersi, da sconfitti, all’angolo. Ora qualcuno pensa invece che la partita, difficilissima, contro Romizi e una Lega data al 25% possa essere giocata con speranze di vittoria solo se si cambia completamente lo schema di gioco. Altrimenti, se sconfitta deve comunque essere, meglio che sia con onore, tenendo alta la propria bandiera (rossa). La campanella, per il centrosinistra – unito o a piccoli gruppi – suona a fine ottobre.