Perugia

Centrodestra, a Perugia promossi e bocciati

Tempo di promozioni e di bocciature, nei rispettivi partiti di centrodestra, per i politici perugini. Il deputato Emanuele Prisco, già assessore all’Urbanistica del Comune di Perugia (carica lasciata nei giorni scorsi per dedicarsi a tempo pieno ai lavori parlamentari) è stato nominato, su diretta indicazione di Giorgia Meloni, responsabile nazionale per le riforme di Fratelli d’Italia.
Questo ruolo riguarderà alcune partite strategiche per l’Italia a cominciare dal posizionamento politico nei rapporti con l’Europa e alla riorganizzazione del modello di Stato” ha spiegato lo stesso Prisco nel comunicare pubblicamente la sua nomina. “Ringrazio Giorgia Meloni – ha quindi aggiunto – per avermi affidato questo nuovo incarico. In ogni modo continuerò, come ho sempre fatto, con il massimo impegno – assicura – ad occuparmi in maniera attenta delle vicende perugine e umbre più in generale“.


Messo il punto su Ikea, Prisco saluta Palazzo dei Priori


Il nuovo incarico – ha poi detto Prisco in conclusione – è prima di tutto un riconoscimento al partito umbro, che rappresenta una delle realtà più convincenti d’Italia“. Una nomina che in effetti mette a tacere le voci di sgomitamenti tra i big umbri del partito di Giorgia Meloni: lo stesso Prisco, il senatore Franco Zaffini e il consigliere regionale Marco Squarta. Fratelli d’Italia, con due candidature all’uninominale alle politiche entrambe risultate buone per un posto da parlamentare a Roma e con Squarta nel ruolo di portavoce del centrodestra in Consiglio regionale, ha dimostrato finora di avere posto per tutti, dentro e fuori i confini regionali.

I tormenti in Forza Italia

Tutt’altro clima si respira in Forza Italia. Che dopo aver strappato, con Romizi, Palazzo dei Priori al centrosinistra quattro anni fa ed aver portato a Roma alle ultime politiche tre esponenti umbri (Fiammetta Modena e la coordinatrice regionale Catia Polidori, più Raffaele Nevi che ha vinto il duello all’uninominale) paga anche da queste parti le incertezze nazionali, oltre alle scorie tutte perugine.

E così, proprio mentre Berlusconi torna a parlare, mettendo in guardia dalla deriva illiberale del Governo gialloverde (prefigurando un esecutivo di centrodestra con l’appoggio esterno del Pd), da Perugia l’ex tesoriere umbro di Forza Italia, Renzo Baldoni, appena ricevuto il benservito dalla coordinatrice azzurra Catia Polidori, prova a dare l’ultima sferzata al partito, nell’attesa di decidere se restarci o approdare in Fratelli d’Italia o nella Lega, come gli suggeriscono molti estimatori, anche loro critici verso la gestione azzurra delle ultime fasi della politica perugina. I contenuti del suo sfogo sui fatti perugini, affidato ai social, sono stati comunicati, con una nota, anche a Silvio Berlusconi e Antonio Tajani, affinché diano un occhio a quanto sta avvenendo all’ombra di Palazzo dei Priori.


Baldoni allontanato da Forza Italia


Ma Baldoni, prima di essere costretto a salutare (cosa che, al di là dei toni gentili, lo invita a fare di fatto Polidori con la revoca delle sue cariche) da semplice iscritto al partito prova a riportare Forza Italia su quelli che, a sono giudizio, sono i giusti binari, di fronte al deragliamento sotto la spinta delle liste civiche “di stretta pertinenza romiziana” e i una Lega che, anche a Perugia e in Umbria, rischia di fagocitare gli alleati. “Obiettivo raggiunto: si parla finalmente di politica“, rilancia l’ex consigliere comunale. Che aggiunge: “Tanti commenti, pro e contro, ma di spessore. Tante cose sulle quali riflettere e dibattere. Nel coordinamento non ci siamo mai riusciti. Abbiamo solo ‘ratificato’ le decisioni del cerchio diabolico“. Quel “cerchio diabolico“, quelle 3-4 persone che Baldoni ritiene responsabili della revoca dei suoi incarichi politici poi comunicatagli da Polidori, oltre che della gestione, giudicata suicida, di Forza Italia.

Sono veramente soddisfatto – commenta Baldoni – e mi dispiace che questo non sia avvenuto prima“. L’ex consigliere comunale – che in questi anni non aveva mai nascosto la propria insofferenza, deflagrata poi in aperto contrasto con Romizi dopo la scelta di portare Perari in Giunta nel rimpasto seguito alle dimissioni di Prisco – si attende un chiarimento franco e “collegiale“, alla presenza del sindaco. Un confronto dal quale emerga “solo la verità“.

Una verità politica. E una verità dei probi viri del partito. Dopo di che, se non ci sarà identità di vedute dentro Forza Italia su quale sia questa la verità, Baldoni potrà valutare, in vista del voto del prossimo maggio, se le sue idee sono magari più affini a quelle di Fratelli d’Italia o della Lega.