Il consiglio comunale di Gualdo Cattaneo “ricusa qualsiasi progetto di co-combustione di biomasse vegetali con carbone”. Con questo punto dell'ordine del giorno proposto dal sindaco Andrea Pensi e approvato ieri pomeriggio da maggioranza e opposizione insieme, Gualdo Cattaneo chiude definitivamente la porta al progetto di co-combustione al centro di un protocollo siglato l'otto giugno tra regione Umbria, Enel e Università di Perugia, per una parziale riconversione a lignina della centrale a Carbone “Pietro Vannucci”.
L'ordine del giorno approvato ieri giunge al termine di un percorso condiviso, che ha visto la partecipazione di una Consulta per l’Ambiente e l’Ecologia -con esponenti della cittadinanza- e un accordo tra i consiglieri di maggioranza e opposizione su una strategia comune per l'impianto.
In un lungo e articolato documento, il consiglio comunale “manifesta la propria indisponibilità ad attuare progetti di riconversione parziale o totale” della centrale, con esplicito riferimento al protocollo siglato tra Enel, ateneo e regione, mentre rilancia la prospettiva di una riconversione dell'impianto con “fonti alternative” quali il gas naturale o le energie rinnovabili.
Quale riconversione – Già nei mesi scorsi l'amministrazione di Gualdo aveva dato il via libera alla “continuazione dell'esperienza produttiva” di Enel nel territorio, dando parere positivo in sede istruttoria Aia, prima che arrivasse l'autorizzazione a esercitare fino al 2019, seppur con un obbligatorio intervento di abbattimento delle emissioni. A motivare tale decisione avevano pesato soprattutto le considerazioni di preservazione dei circa 100 posti di lavoro garantiti dalla centrale, più un certo indotto che essa genera, in particolare nel settore dei trasporti.
Secondo quanto emerge dall'odg approvato ieri, però, considerato che la centrale Pietro Vannucci è attiva dal 1968, il consiglio comunale ritiene che “autorizzare una nuova centrale a carbone, seppure di 'nuova generazione', significherebbe affermare che è ambientalmente sostenibile che un territorio possa essere utilizzato per produrre energia elettrica con combustibili tradizionali per quasi settanta anni”.
Una centrale verde nel cuore d'Italia – Il consiglio ribadisce quindi la necessità di riconvertire l'impianto, ma chiede un investimento in tal senso da parte di Enel perché a Gualdo Cattaneo possa sorgere “una centrale essenzialmente verde con un impatto ambientale prossimo allo 'zero'; un impianto industriale capace di continuare un adeguato livello di occupazione di qualità; un impianto che comunque abbisogna di manutenzioni e che potrebbe favorire lo sviluppo di un tessuto aziendale locale di supporto all’attività dell’Enel”.
Nel concreto, il documento ipotizza le vie delle rinnovabili o del gas naturale, facendo riferimento anche a impianti Enel di questo tipo già in funzione in Italia, come la centrale solare a concentrazione Archimede di Siracusa o quella a idrogeno di Fusina. Oltre la centrale, il consiglio propone anche la creazione nel suo territorio di un centro nazionale di ricerca, sulle rinnovabili, in un progetto complessivo che mira a sposare lo sviluppo energetico ed economico con la salvaguardia ambientale e territoriale.
Tavolo con Enel – L'ordine del giorno approvato ieri da mandato al sindaco Pensi di incontrare quanto prima Enel, per fare “chiarezza sulle intenzioni dell'azienda” e per veder garantito quanto richiesto, per poi convocare un “tavolo locale di concertazione” alla presenza di “forze sociali, associazioni ambientaliste, rappresentati del mondo produttivo ed agricolo al fine di condividere un “patto territoriale” con Enel da sottoporre alla successiva approvazione del Consiglio Comunale”.
Francesco de Augustinis