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CENTRALE ENEL GUALDO CATTANEO: ECCO IL “CONTROPROGETTO” DEI COMITATI. “LIGNINA SCELTA OBSOLETA”

(Francesco de Augustinis) Un grande campo fotovoltaico da 75 Mw o un impianto solare a concentrazione, con la creazione di un polo di ricerca sulle rinnovabili. E' questa la controproposta dei comitati civici e per l'ambiente di Gualdo Cattaneo, che ieri hanno dato appuntamento alla stampa a palazzo Cesaroni, per condannare l'ipotesi di rilancio della centrale a carbone Enel, annunciata nei giorni scorsi dalla società energetica e dall'assessore regionale all'Ambiente Silvano Rometti (leggi).

“Il progetto di Cotana è un bluff colossale”, ha detto senza mezzi termini Raul Mantini, esponente del Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo, facendo riferimento all'ipotesi di Franco Cotana, direttore del Centro di Ricerca sulle Biomasse all'università di Perugia, ideatore del progetto che vorrebbe ridurre le emissioni della centrale utilizzando una percentuale di lignina, una biomassa che si ottiene dalla lavorazione di materiali agricoli e legnosi.

Secondo il comitato di Gualdo Cattaneo, che ha voluto riferire anche di come alcuni medici e farmacisti locali abbiano rilevato un tangibile aumento di patologie cancerogene anche rare nell'area, “la centrale a carbone di Bastardo risulta fra le più inquinanti d'Europa”, e la soluzione non è nella conversione parziale a biomasse. “Le biomasse sono soltanto un bluff, una cosa senza prospettiva, un pretesto per bruciare qualcos’altro”, ha detto il comitato. “Si ricorda che un ettaro di pioppeto impiega ben due anni per produrre circa diciassette tonnellate di biomassa vergine, che in una centrale delle dimensioni di quella di Ponte di Ferro vengono bruciate in meno di due ore. Il tipo di biomassa proposto oggi per l’impianto di Ponte di Ferro è la cosiddetta 'lignina', ricavata dalla comune canna (anche se Rometti ha parlato nei giorni scorsi di canna da zucchero, ndr), arborescenza questa che ha un peso specifico notevolmente inferiore al pioppo: quante decine di migliaia di ettari dovrebbero essere dedicati a questa coltura, anche immaginando di bruciare un decimo dell’attuale consumo di carbone dell’impianto che è di circa 400 mila tonnellate annue?”, ha detto il comitato, che ha poi fatto riferimento anche all'ulteriore impatto dei trasporti con mezzi pesanti su un'area a vocazione agricola e turistica.

Al comitato ha fatto eco l'intervento del chimico Claudio Santi, che ha definito la lignina un tipo di “biomassa obsoleta, poco calorifera e di prima generazione, mentre oggi siamo alla terza”. Anche un agricoltrice, esponente dell'Associazione italiana agricoltori biologici (Aiab), ha detto in un intervento che l'associazione da anni si batte contro questo tipo di colture in Umbria, non “autoctone” ed estremamente idrovora e bisognosa di prodotti chimici, che dovrebbero essere impiegate su grandi estenzioni di territorio per ottenere la lignina necessaria all'impianto.

AZIONI LEGALI “Siamo pronti a difenderci con ogni mezzo, ivi incluse le vie legali se sarà necessario”, ha detto Mantini, secondo cui “chi autorizza un impianto del genere, che va a causare una perdita di valore anche immobiliare immediatamente riscontrabile nel comprensorio, ne risponde patrimonialmente”, facendo riferimento agli esponenti politici interessati nella vicenda e in particolare al sindaco di Gualdo Cattaneo, che nei giorni scorsi ha espresso apprezzamento per il progetto di rilancio avanzato da Enel. Mantini ha ipotizzato anche l'avvio di una class action, mentre il comitato ha annunciato una manifestazione il 4 giugno alle 21 presso la piazza Umberto I di Gualdo Cattaneo.

IL PROGETTO ALTERNATIVO Proprio al sindaco, il comitato ha detto di aver consegnato due anni fa il progetto elaborato da alcuni ingegneri di Vicenza di un grande impianto fotovoltaico a terra da 75 Mw, proposto come possibile alternativa alla centrale a carbone. Anche un impianto solare a concentrazione “a noi andrebbe bene”, ha detto Mantini. “Non sta a noi trovare la soluzione, che però non può essere quella di andare avanti con il carbone”.

MOZIONE E INTERROGAZIONE Nella sala della partecipazione era presente ieri anche il capogruppo Idv in consiglio regionale Oliviero Dottorini, che nei giorni scorsi ha duramente criticato l'avvallo di Rometti al progetto di rilancio della centrale presentato dall'Enel (leggi).

“Finalmente questo progetto esce fuori dai cassetti, dopo tanto tempo che ne abbiamo sentito parlare”, ha detto Dottorini, che si è detto “preoccupato per l'opacità del progetto”.
Il consigliere ha mostrato un'interrogazione, in cui chiede chiarimenti dettagliati sulla vicenda, che spera di veder risposta in commissione dall'assessore Rometti prima dell'8 giugno, data che lo stesso Rometti ha annunciato per la firma del protocollo tra regione, Enel e università.

“C'è una mozione approvata nel 2007 -ha detto ancora Dottorini, mostrando il documento- che impegna la giunta a non fare la combustione delle biomasse nella centrale di Gualdo, e che prevede un indagine epidemiologica su quel territorio. Come si pensa di conciliare questo progetto con quella mozione?”.

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