Il Centenario del barone Leopoldo Fraschetti è stato simbolicamente aperto lunedì 23 ottobre al Teatro degli Illuminati di Città di Castello dalla Lectio Magistralis tenuta dal Presidente del Senato Pietro Grasso. Una scelta precisa, quella di affidare a Pietro Grasso la Lectio magistralis, visto l’impegno che Grasso ha dedicato alla lotta alla mafia, alla difesa della legalità, incarnando quei valori che hanno contraddistinto alcuni suoi colleghi del calibro di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, di politici come Piersanti Mattarella, di giornalisti come Peppino Impastato. Solo per citarne alcuni.
Chi conosce anche l’azione comunicativa di Grasso, come lo fu quella di Falcone, sa bene che già da Procuratore nazionale antimafia ha scelto di stare il più possibile in mezzo alla gente, agli studenti in particolar modo, per potare la propria esperienza di magistrato in prima linea. Una attività che non ha fatto venir meno neanche dopo il gravoso impegno a Palazzo Madama.
Il barone Franchetti – il centenario dalla morte del barone Leopoldo Franchetti cadrà in effetti il prossimo 4 novembre quando Città di Castello avvierà una serie di celebrazioni per ricordare uno dei suoi figli più illustri. Filantropo, studioso della questione meridionale, senatore del Regno, Franchetti fu autore insieme a Sidney Sonnino di una celebre inchiesta sulle condizioni della Sicilia con denunciò per primo l’esistenza della mafia. Era il 1876. Sei anni più tardi diventerà senatore, nel seggio di Castello dove nel tempo acquista le tenute di Rovigliano e della Montesca. La svolta della sua vita arriva con il matrimonio con Alice Hallgarten, anche lei impegnata in attività filantropiche. Franchetti si interessa della questione agraria e delle condizioni dei contadini. Nel 1909, sette anni dopo aver costruito una scuola elementare per i figli dei contadini, chiama Maria Montessori che potrà così applicare il suo metodo didattico, destinato a diventare famoso in tutto il mondo. La morte dell’amata moglie nel 1911 (anno in cui decide di fare testamento lasciando tutti i propri fondi ai coloni) lascerà una profonda ferita, mai rimarginata, fino al 4 novembre 1917 quando decide di compiere l’estremo gesto.
Il saluto delle autorità – ad attendere il presidente Grasso c’erano il sindaco Luciano Bacchetta, la presidente della Regione dell’Umbria Catiuscia Marini, l’onorevole Walter Verini che più di ogni altro si è prodigato per la riuscita della visita del Presidente Grasso, l’assessore regionale Fernanda Cecchini, molti sindaci del tifernate e il presidente della Fondazione Hallgarten-Franchetti, Angelo Capecci, istituzione che proprio per il centenario ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica.
Il saluto del Sindaco – “Siamo onorati di ospitare il presidente Grasso in occasione del Centenario franchettiano” ha detto Bacchetta dal palco del Teatro degli Illuminati “perché la sua visita nasce nel nome di quella classe dirigente che, agli albori dell’Unità, pose la prima pietra civile verso la costruzione di uno stato democratico e libero. Il cammino verso l’Italia repubblicana sarebbe stato ancora lungo e irto di difficoltà ma Leopoldo Franchetti seppe cogliere le criticità ed i nodi strutturali che lo Stato avrebbe dovuto affrontare: da un lato gli squilibri economici e culturali; dall’altro la mafia. Per me e per tutta l’amministrazione comunale di Città di Castello la figura di Franchetti e il riconoscimento che il Presidente Mattarella ha voluto conferire al programma delle Celebrazioni, rappresenta uno stimolo molto forte a proseguire in quel cammino nella legalità che Leopoldo Franchetti ha saputo aprire con la sua attenzione puntigliosa verso ogni manifestazione sociale e politica della comunità locale compromessa e minacciata dagli interessi delle fazioni e dei clan malavitosi”.
L’introduzione di Capecci – “Insieme al presidente Grasso, ricordiamo nell’imminenza del Centenario dedicato a Franchetti, la sua figura di intellettuale, di uomo politico e di mecenate ma soprattutto raccogliamo una eredità che è ragione di riflessione e di impegno culturale e civile” ha detto il presidente della Fondazione Angelo Capecci “La sua eredità è morale e materiale a Città di Castello, dove ha lasciato esperienze in campo pedagogico, formativo e economico ancora operanti; una villa monumentale, divenuta parte integrante del panorama, un laboratorio tessile di grande pregio artistico e soprattutto il Metodo di Maria Montessori, che qui ebbe la sua prima sperimentazione. Oggi la Montesca è luogo dove prosegue l’ideale tradizione educativa di Leopoldo e della moglie Alice anche attraverso una importante rete europea di collaborazioni. Ma ripensando alla eredità di Franchetti è doveroso soprattutto oggi ripensare alla lotta per la legalità e per la promozione civile del nostro paese che ha sostanziato tutto il suo impegno politico ed intellettuale. Anche per questo la partecipazione di Pietro Grasso è occasione davvero “unica” per dare alla celebrazione del centenario , un memento forte dei valori della legalità, del senso dello Stato e delle istituzione democratiche che il barone Franchetti ha sempre tenacemente e qualche volta provocatoriamente difeso”
La Lectio magistralis – in un Teatro gremito di cittadino, in special modo, studenti, la parola è così passata al Presidente Grasso che è riuscito a catturare l’attenzione del pubblico riuscendo a ripercorrere in maniera sintetica ma efficace, la vita e l’opera di Franchetti. In un breve incontro con la stampa, il presidente ha confidato di aver conosciuto la figura di Franchetti già durante i suoi studi liceali e universitari. “Della mafia Franchetti seppe cogliere alcuni aspetti caratteristici: l’esercizio dell’influenza attraverso le relazioni d’interesse con ogni settore della società, il potere intimidatorio” ha esordito Pietro Grasso “Questi elementi erano veri allora come lo sono oggi, pur in un contesto così diverso e di fronte a una mafia contemporanea che è transnazionale. Conosciamo il grado di infiltrazione della mafia negli apparati pubblici. Conosciamo la sua capacità di condizionare il sistema produttivo e controllare il mondo del lavoro, di bloccare lo sviluppo economico e culturale del paese, di limitare il pieno sviluppo dei principi democratici sanciti dalla Costituzione, di cui peraltro festeggeremo tra poco più di due mesi il settantesimo anniversario”.
“Oggi come allora – ha continuato il Presidente del Senato – la responsabilità di combattere e affrontare un fenomeno così grave è di ognuno di noi, e in particolare di chi ricopre cariche pubbliche. A questo ho dedicato la mia attività di magistrato e su questo ho sempre basato il mio convincimento e la mia azione a servizio dello Stato. Seppure alcune misure oggi ritenute di primaria importanza, come la confisca dei beni, non siano presenti nell’elenco proposto da Franchetti, le sue proposte operative continuano ad essere di estrema attualità anche per combattere l’attuale natura del fenomeno mafioso. Molto efficace e suggestiva è la similitudine della goccia d’olio che cade sopra il marmo e rimanendone separata si può facilmente asciugare, ma se cade sopra un pezzo di carta si compenetra talmente nella materia da divenire una cosa sola, difficile da eliminare. In Sicilia se non si riesce a sopprimere i mafiosi appena comparsi, l’autorità troverà dinanzi a sé tutta un’organizzazione sociale e per estrarre dalla società l’umore malsano ha necessità di un’energia e di un’abilità eccezionali. Da questa analisi è chiara l’eccezionalità dell’opera di Falcone e Borsellino rispetto a questa missione così difficile”.
“Ricordare oggi Leopoldo Franchetti, nel centenario della sua morte, significa cogliere la straordinaria attualità del suo pensiero politico riformista liberale, la sua incondizionata fede nell’Italia e negli italiani. Significa promuovere – ha concluso Grasso – quella dimensione morale della politica come servizio pubblico che deve sempre ispirare l’azione delle Istituzioni. Rimane l’auspicio che la sua eredità intellettuale, morale e politica non vada perduta ma trasmessa alle nuove generazioni“
Leggi il testo (pdf) – Barone Franchetti, Lectio Magistralis del Presidente del Senato Pietro Grasso – Citta Castello, 23 ottobre 2017
(ha collaborato Sara Cipriani)
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