Per due giorni, nel nome di Alberto Burri, Città di Castello è stata capitale dell’arte contemporanea.
“Au rendez vous des amis potrebbe essere ricordato non solo come un grandissimo evento del Centenario ma anche come un appuntamento periodico per gli artisti”
Con queste parole il sindaco tifernate Luciano Bacchetta e il presidente della Fondazione Burri Bruno Corà hanno annunciato una delle proposte avanzate dagli ospiti presenti ai lavori del grande convegno-esposizione, che ha portato a Città di Castello il gotha dell’arte contemporanea: “Il Comitato scientifico sta lavorando al documento finale del convegno, che ha visto protagonisti attivi personalità del calibro di Gilberto Zorio, Hidetoshi Nagasawa, Hermann Nitsch, Giuseppe Spagnulo, Jannis Kounellis, spaziando dall’arte alla crisi della Grecia, e riaffermando il protagonismo dell’arte contemporanea anche rispetto al dibattito politico. Si va verso una carta, che aggiorni le coordinate generali e il metodo entro cui l’arte oggi si muove. Questo movimento è avvenuto anche grazie all’occasione di Città di Castello che ha fatto sedere intorno ad uno stesso tavolo i maggiori artisti viventi ed i maggiori esperti d’arte”.
“Se Au rendez vous des amis è stato veramente un parlamento dell’arte – proseguono sindaco e presidente – molto dipende dal luogo. Città di Castello ha risposto pienamente alle aspettative culturali e di accoglienza, dimostrando come Alberto Burri e il Rinascimento siano un connubio vincente nelle prospettive future di questo territorio”.
A quanto pare anche la sede della mostra, Palazzo Vitelli a Sant’Egidio, è stata unanimemente apprezzata dai 66 artisti, che hanno scoraggiato anche piccoli interventi di miglioria alle sale. Il coinvolgimento di tutto il complesso nei vari appuntamenti ha enfatizzato il pregio di parco e palazzo, compiendo un difficilissimo ma riuscito bilanciamento tra atmosfera e funzionalità.
“Il Centenario è appena iniziato – concludono Bacchetta e Corà – nei mesi che abbiamo davanti, insieme all’eredità di Burri, dobbiamo consolidare l’immagine di Città di Castello come capitale naturale, per centralità geografica, storia e assetto urbano, dell’arte contemporanea”.
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