“Da sempre il ‘nudo’ nell’arte è considerata una prova d’autore, il corpo dell’uomo e la sua rappresentazione artistica sono quanto più ci avvicina al mistero della vita e alla sua creazione. Facebook dovrebbe riordinare il suo algoritmo, distinguendo tra nudo artistico e pornografia”. È quanto dichiarato da Catia Monacelli, direttore del Polo museale Città di Gualdo Tadino, a seguito della notizia apparsa sull’edizione maceratese de ‘Il Resto del Carlino’, in cui si riporta che Vittorio Sgarbi chiederà un milione di euro di risarcimento al social network, per aver censurato quattro suoi post che mostravano nudi artistici in opere d’arte celeberrime.
Il critico contesta la violazione degli articoli 21 e 33 della Costituzione, che tutelano la libertà di espressione e la libertà delle arti e delle scienze, e il 7 ottobre dovrebbe essere presente anche nell’udienza di mediazione presso il tribunale di Macerata. In particolare, le implicazioni di questa vicenda relativamente all’Umbria e a Gualdo Tadino riguardano le censure avvenute nell’agosto 2017, quando sono stati bloccati due spot relativi alla mostra ‘Seduzione e potere. La donna nell’arte tra Guido Cagnacci e Tiepolo’ (a cura di Vittorio Sgarbi e Antonio D’amico), e ‘Luciano Ventrone. Meraviglia ed estasi’ (a cura di Vittorio Sgarbi e Cesare Biasini Selvaggi).
La censura si è abbattuta anche sulla mostra ‘La stanza segreta. Capolavori della figurazione contemporanea dalla Collezione di Massimo Caggiano’, anch’essa a cura di Sgarbi e Biasini Selvaggi, in scena fino al 27 ottobre nella chiesa monumentale di san Francesco a Gualdo Tadino. “Il post su Facebook – specifica Monacelli –, uno di quelli sponsorizzati acquistati dal Polo museale per promuovere l’evento, è stato bloccato poiché il sito non può promuovere prodotti o servizi per adulti che mettono in evidenza il piacere sessuale. Parliamo di Livio Scarpella con ‘Il copridivano nudo’ (nella foto), Luca Morelli con ‘Confronto’, Dino Valls con ‘Psicostasia, Giuseppe Bergomi con ‘Autoritratto’, una vera follia”.
“L’arte è arte, in qualsiasi forma espressiva e di rappresentazione – ha commentato il collezionista d’arte Massimo Caggiano – Non è un bacio casto che può dar scandalo, né tanto meno dei corpi di persone rappresentate nella loro nudità e bellezza”. Stessa sorte è toccata al post pubblicato dal Polo museale sull’opera ‘Morte e tradimento’ di Sergio Cavallerin, in esposizione alla Rocca Flea nell’ambito della mostra ‘La dinamica dei segni’, fino al 29 settembre. In questa opera lo “scandalo” sarebbe rappresentato da un bacio appassionato tra i supereroi Capitain America e Wonder Woman. “Non si capisce come un algoritmo di Facebook debba essere così ‘ottuso’. – ha aggiunto Monacelli – Ci hanno anche contattato dal Dipartimento di Scienze della formazione, beni culturali e turismo di Macerata per la tesi di una studentessa che vorrebbe scrivere sulla censura nell’arte, riservando un capitolo proprio alla censura delle immagini in Facebook e ai casi riguardanti le mostre di Gualdo Tadino”.