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“Censite” online tutte le opere sacre della diocesi tifernate

L’inventariazione e recensione dell’intero patrimonio di beni mobili della diocesi di Città di Castello in un archivio informatizzato. E’ questo in poche parole l’ambizioso progetto, presentato nel Salone gotico del Museo del Duomo alla presenza, tra gli altri, del vescovo diocesano monsignor Domenico Cancian, del direttore nazionale del Cei (Conferenza Episcopale Italiana) monsignor Stefano Russo e dell’assessore regionale al Turismo e beni culturali Fabrizio Bracco. Importante finanziatrice di questo grande lavoro è stata la Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello, “presente” all’incontro con il suo presidente Italo Cesarotti.

In  tre anni sono state catalogate oltre 15mila beni mobili della diocesi tifernate (patrimonio di oltre 60 parrocchie) in altrettante schede elettroniche. Per ognuna di queste saranno disponibili a tutti dettagli e fotografie. Un modo ingegnoso e più diretto per divulgare il patrimonio tifernate, attirare fedeli, turisti e curiosi e, allo stesso tempo, scoraggiare i ladri. Dopo un eventuale furto, infatti, il circuito della tutela dei beni artistici dei Carabinieri potrà inserire i dati in rete, rendendo assai difficile piazzare l’opera d’arte depredata. Monsignor Domenico Cancian ha sottolineato quest’ultimi aspetti: “E’ un tesoro che trova le sue radici nel territorio. Questo progetto è importante non solo per valorizzare i beni della Diocesi, ma anche per salvaguardarli e metterli in sicurezza. E’ un peccato se opere d’arte come quelle che ci sono in Altotevere non siano consultabili o fruibili”.

Monsignor Russo ha aggiunto: “La conclusione della campagna di inventariazione di una diocesi ricca di storia e di cultura come quella di Città di Castello costituisce fatto di grande rilievo. Il lavoro realizzato dall’equipe diocesana ci testimonia come occorra agire”.

Le schede delle opere, consegnate da Cancian alla Sovrintendenza, saranno aggiornate e messe online sul sito della Cei.