Manodopera in sostituzione di chi sciopera: è questo quanto sarebbe accaduto martedì allo stabilimento Cementir di Spoleto. A denunciarlo sono i sindacati, che nei giorni scorsi hanno annunciato la volontà del gruppo di licenziare un centinaio di lavoratori in tutta Italia, 21 a Spoleto su 96. L’allarme arriva da una nota di Cristian Benedetti (Fillea Cgil), Emanuele Petrini (Filca Cisl) e dalla Rsu Fillea Vito Galeandro, Gianluca Proietti Picotti, Rossana Brecciaroli e Filca Cisl Emanuele Laureti.
“A distanza di pochi giorni dalla decisione del Gruppo Cementir di licenziare quasi un quarto dei propri dipendenti, in tutto 96, e mentre si estende a tutti gli stabilimenti la mobilitazione per chiedere il ritiro dei licenziamenti, arriva un pessimo segnale dalla direzione del sito di Spoleto – dove sono previsti 21 licenziamenti – come raccontano Filca, Fillea del territorio e la Rsu“. “Il 13 settembre, in occasione della proclamazione dello stato di agitazione, l’azienda ha fatto sostituire un motore dell’impianto solfato ferroso usando personale di una ditta esterna“. Una sostituzione che per i sindacati “non era indispensabile, non rientrava nelle operazioni di messa in sicurezza degli impianti e si sarebbe potuta effettuare il giorno dopo, al rientro dei dipendenti dallo stato di agitazione. Inoltre la direzione ha organizzato il lavoro senza tenere conto dello stato di agitazione, programmando per sabato un turno di straordinario per due dipendenti“. Per i sindacati e Rsu “questo è l’ennesimo schiaffo ai lavoratori in lotta per difendere il proprio posto di lavoro, ai diritti sindacali e al diritto di sciopero ed un pessimo segnale per una vertenza in cui c’è in gioco il futuro di 96 famiglie, con cui nessuno può permettersi di giocare“.