Terni

Cellulare alla maturità, Tar ‘condanna’ studentessa

Il Tar dell’Umbria ha confermato la correttezza dell’operato di una delle Commissioni di maturità del liceo delle Scienze Umane di Terni “Angeloni” che, durante lo svolgimento della prima prova di italiano, ha cacciato una studentessa perché sorpresa con un telefono cellulare. I legali della famiglia della studentessa avevano dunque formalizzato un ricorso al Tar dell’Umbria che, lo scorso 19 luglio, aveva adottato un provvedimento cautelare in attesa della sentenza, con la quale si riservava la possibilità di ammettere la ragazza alla sessione di esame suppletiva del 2 luglio.

Il ricorso

Il motivo del ricorso è che “Non esisterebbe alcuna fonte normativa che imponga l’esclusione di uno studente dalle prove di maturità per il mero possesso di un cellulare che non sia stato effettivamente utilizzato, e comunque si tratterebbe di sanzione manifestamente sproporzionata rispetto allo scopo perseguito dalla disciplina dell’esame di stato, ovvero la necessità di accertare le effettive competenze del candidato e non già garantire la par condicio di tutti i partecipanti, come in ambito concorsuale, ove viene operata una valutazione comparativa in vista della redazione di una graduatoria finale”. Motivazione alla quale si aggiunge che “Non aveva neppure iniziato la stesura del tema d’italiano, e nonostante il telefono cellulare in suo possesso non fosse stato occultato e fosse rimasto sempre spento”.

Cellulare alla maturità, Tar respinge ricorso studentessa cacciata

A queste contestazioni la sentenza risponde che “La sanzione oltre che dovuta in punto di fatto sarebbe stata anche proporzionata ed opportuna, in quanto l’esame di stato tenderebbe ad accertare non solo le competenze ma anche la maturità personale del candidato, il suo senso di responsabilità ed il suo rispetto delle regole”. Nel merito tecnico si aggiunge che il “Provvedimento espulsivo, che trovava fondamento normativo nel R.D. n. 653/25 ed in apposita normativa secondaria oltreché, in via analogica, nella disciplina dei pubblici concorsi, in quanto da verbale della prima prova scritta la studentessa era stata sorpresa nell’atto di utilizzare un telefono cellulare, che veniva rinvenuto acceso e sbloccato, dopo averne consegnato alla commissione un altro. La studentessa non avrebbe nell’immediatezza contestato tale ricostruzione in fatto, ma si sarebbe solo scusata per l’accaduto”.

La ricostruzione dei fatti del Tar

Secondo quanto si legge nella sentenza del Tar “Intorno alle 9:40, è stata sorpresa mentre utilizzava uno smartphone (…). La prof.ssa ha immediatamente segnalato alla ragazza il divieto di utilizzo dello smartphone che era acceso. La ragazza a fronte della contestazione ha provato a giustificarsi per l’utilizzo del telefono acceso”. Quindi la studentessa è stata accompagnata dall’insegnante dalla presidente della commissione ed “è stata messa subito al corrente della gravità del suo comportamento e di ciò che ne consegue in base alla normativa vigente in questi casi”. Il Tribunale ha respinto anche un’altra istanza della difesa, sentenziando che “non risulta che il giorno dell’esame la ricorrente, nell’atto di consegnare il primo cellulare, avesse avvertito la commissione della necessità di detenerne un altro per particolari esigenze personali, né che prima di utilizzarlo in ipotesi di incipiente attacco d’ansia, avesse preavvertito l’insegnante, invece di essere sorpresa nel corso della prova”.