Celebrazioni di San Francesco 2023, ai pellegrini della Valle d'Aosta anche il saluto del Papa. Le foto e i dettagli della giornata
Fisicamente era in piazza San Pietro a celebrare la messa di apertura della sedicesima Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi che si concluderà domenica 29 ottobre. Ma nel giorno delle celebrazioni di San Francesco 2023 (in cui ha pubblicato l’esortazione apostolica Laudate Deum sulla crisi climatica, otto anni dopo l’enciclica Laudato si’ e a tre anni dall’enciclica Fratelli tutti firmata nel 2020 proprio sulla tomba del Santo Patrono d’Italia), Papa Francesco – che ha scelto peraltro il nome del Santo che si festeggia proprio il 4 ottobre – non ha voluto far mancare il suo pensiero ai frati francescani.
“Gli ho fatto sapere della vostra presenza, cari fedeli della Valle d’Aosta. Mi ha scritto un bigliettino in cui dice così: ‘Caro fratello, grazie tante per la tua e-mail… Ti invio un caloroso saluto a te e ai Frati riuniti e ai fedeli e Amministratori della Valle d’Aosta riuniti ad Assisi. Prego per voi, per favore fallo per me. Che il Signore ti benedica e la Madonna ti custodisca. Fraternamente, Francesco’”. A leggere il messaggio del Pontefice, nel saluto che ha preceduto la messa solenne delle 10 in Basilica superiore, il custode del Sacro Convento, fra Marco Moroni. Che ha fatto precedere il messaggio da un pensiero per le vittime della tragedia di Mestre, dove un pullman è precipitato dal cavalcavia causando una ventina di vittime: “Vorrei ricordare le vittime della tragedia di Mestre accaduta ieri sera”, le parole di fra Marco.
Celebrazioni di San Francesco 2023, il saluto del custode del Sacro Contento
“È con particolare riconoscenza – ha detto ancora il Custode nel suo saluto per le celebrazioni di San Francesco 2023 – che ringrazio per la presenza dei sindaci o comunque dei rappresentanti di tutti i 74 comuni che compongono la vostra regione autonoma, la più piccola regione italiana sia per estensione che per numero di abitanti. Proprio questa piccolezza, che ci ricorda ancora san Francesco che amava chiamarsi ‘piccolino’, ci permette di accogliervi tutti qui in Basilica e ciò mi fa davvero molto piacere. San Francesco, del quale stiamo celebrando i centenari più significativi e del quale ricorderemo gli ottocento anni della morte nel 2026, interceda perché in questo cambiamento d’epoca sappiamo accogliere dal Signore il dono di una vita buona e bella, di una capacità di amicizia e di condivisione, di un grande amore per l’umanità”, la conclusione del discorso del Custode.
L’omelia del vescovo di Aosta
E proprio i temi contenuti nella Laudato Si’ – peraltro espressamente citata – e nella Fratelli Tutti sono stati richiamati nell’omelia di monsignor Franco Lovignana, vescovo di Aosta: “San Francesco – le sue parole – ci fa capire che la pace ha a che fare con il rispetto per tutto ciò che Dio ha creato, a partire dalle persone umane, che siamo chiamati a custodire e proteggere. Oggi forse ci inviterebbe a pensare al bambino che deve nascere, all’anziano e al malato che hanno bisogno di cura e di accompagnamento, al lavoratore che chiede dignità e sicurezza, al migrante che ha bisogno di accoglienza, alle famiglie che chiedono riconoscimento sociale e sostegno. È un richiamo anche a chi amministra, ad avere responsabilità su temi sensibili che toccano la vita di persone e famiglie Non c’è custodia del creato, non c’è conversione ecologica se non vi si include anche l’essere umano e il rispetto della sua dignità e delle sue coordinate creaturali, la sua natura, iscritta nel suo corpo e nel suo spirito”. E dopo aver citato il Papa – che nella Laudato Si’ “ricorda che secondo Genesi le tre relazioni fondamentali che caratterizzano l’esistenza umana – con Dio, con il prossimo e con la terra – sono sconvolte dal peccato dell’uomo”, Lovignana ha concluso dicendo: “Rimettere a posto la relazione fondamentale con Dio significa rimettere a posto anche le relazioni con il prossimo e con la creazione. L’uomo, la donna che credono in Dio, che amano Dio, che fanno esperienza di Lui non possono non aprirsi a sentimenti di fraternità universale e prendersi cura del prossimo e della casa comune che è la creazione che Dio ci ha affidato”.