Non ci sarà una Regione singola ad offrire l’olio per la lampada che arde sulla Tomba di San Francesco: l’annuncio a sorpresa arriva dalla loggia al termine della prima parte per le celebrazioni di San Francesco 2021 Patrono d’Italia, quando il ministro generale dei francescani, fra Carlos Trovarelli, in un messaggio letto da fra Marco Moroni, Custode del Sacro Convento, ha spiegato che “Nella situazione che ci troviamo a vivere a causa dell’emergenza sanitaria ancora in corso in Italia e nel mondo, abbiamo pensato che per la Festa di San Francesco 2022 questo gesto significativo possa essere compiuto non da una singola regione ma, in via del tutto eccezionale, da rappresentanti di istituzioni e organizzazioni che stanno aiutando il popolo italiano a far fronte agli effetti della pandemia. Augurandoci che il Covid-19 fra un anno abbia finalmente allentato la sua morsa, vorremmo che tutto ciò possa essere vissuto come un momento di ringraziamento a San Francesco. In ogni caso sarà un momento solenne in cui le istituzioni e la popolazione si ritrovano unite per affidarsi nuovamente al Santo Patrono d’Italia”.
Quest’anno è stata invece la Sardegna la protagonista delle celebrazioni di San Francesco 2021. Una terra che è arrivata con i suoi colori, i suoi canti e le sue tradizioni e che – ha ricordato il Custode del Sacro Convento di Assisi, fra Marco Moroni, “offre un patrimonio straordinario dal punto di vista naturale ed economico, ma senza dubbio la sua ricchezza principale sono le persone. Un tesoro di volti, creatività, tradizioni, costumi… Un’unicità resa possibile da una feconda alternanza tra isolamento e incontro di popoli e culture. Nella vostra storia si sono intrecciati bene e male, pace e guerra, prosperità e miseria e ciò ha permesso alla Sardegna di essere un caleidoscopio di bellezza e originalità che è allo stesso tempo – come sempre – ricchezza e povertà, forza e fragilità. Un po’ come il diamante: prezioso, durissimo eppure straordinariamente delicato. Anche gli incendi che questa estate hanno colpito boschi e coltivazioni di grande valore hanno ricordato a tutti quale tesoro è la vostra terra e hanno chiamato alla solidarietà per la custodia del vostro territorio, che è anche di tutti noi, perché come dice Papa Francesco ‘tutto e tutti siamo connessi!’”.
Nel corso della messa solenne per le celebrazioni di San Francesco 2021, è stato il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, ad accendere simbolicamente la lampada a nome di tutte le Regioni e i Comuni italiani, mentre nella sua omelia monsignor Antonello Mura ha ricordato l’orgoglio “di rappresentare oggi tutta l’Italia offrendo l’olio per la lampada che arde sulla tomba di san Francesco. Lo siamo come popolo, con i suoi vescovi, presbiteri e diaconi, religiose e religiosi, seminaristi, e oltre un migliaio di pellegrini giunti dall’Isola. Lo siamo con i rappresentanti delle istituzioni regionali e comunali. Siamo qui, felicemente, nonostante la pandemia sempre in agguato e, nonostante, la nostra sofferta insularità, con i problemi sociali che crea”.
Nella sua omelia, il presule cagliaritano ha ricordato che “Francesco, ad immagine di Gesù, ci aiuta a ribaltare i criteri sui quali costruiamo generalmente i rapporti umani e le scelte sociali, persino quelle culturali”, e ha invitato i presenti a ricordare “l’incontro con l’uomo lebbroso che ci ripete ancora: ‘Voi lo escludete, io l’abbraccio!’. Per questo mi chiedo con voi: quali scelte possiamo compiere in nome di Cristo? Quale posto occupano oggi i ‘piccoli’ attorno a noi? Troppi criteri: economici, finanziari, politici e sociali escludono persone, alle quali non resta purtroppo che gridare il distanziamento, imposto loro da chi decide le sorti della società”, il j’accuse de vescovo. “Dio, in san Francesco ha rinnovato prospettive fraterne per l’umanità; con lui è possibile vivere in maniera differente le relazioni, la vita e la stessa creazione. Lui continua a dirci, ad immagine di Gesù, che il mondo e la Chiesa cambiano solo in un modo: riparandole, a condizione però che iniziamo da noi stessi. Chiediamo al Signore Gesù e a sua madre Maria – ha concluso mons. Mura – di lavorare sul nostro cuore in profondità, rendendolo libero e ricco di vera sapienza, capace di recuperare da San Francesco quei gesti che abbracciano e rendono più fraterna la vita”.
A seguire i discorsi dalla Loggia in cui (tra gli altri) il ministro generale francescano fra Trovarelli (assente, la missiva è stata letta da fra Marco Moroni), oltre a ringraziare i pellegrini sardi e ad annunciare l’offerta dell’olio per il 2022, ha ricordato come “Ieri abbiamo celebrato il primo anniversario della firma della Lettera Enciclica di Papa Francesco ‘Fratelli tutti’ sulla fraternità e l’amicizia sociale. Un testo proposto per aiutare a pensare e a generare un mondo ‘aperto’, e affrontare così le ‘ombre di un mondo chiuso’. L’amore, il bene morale, la libertà, la uguaglianza, la fraternità, il dialogo, l’incontro, la carità sociale, l’amore politico e le stesse religioni sono alcune delle vie che, secondo il Pontefice, possono aiutare a generare una nuova cultura: la cultura fraterna. San Francesco – ha concluso il ministro generale francescano – ci guidi a non arrenderci, in questo proposito di essere anche noi generatori di un mondo nuovo, di una nuova cultura! Ogni Bene nel Signore a tutti voi!”.
A portare i saluti del governo italiano la viceministra agli esteri Marina Sereni: “Assisi è per il mondo intero un luogo di pace, di riflessione, di dialogo, di fratellanza. Nei passaggi difficili, di fronte alle prove più dure, l’insegnamento di Francesco ci soccorre, ci aiuta a trovare la strada per superare gli ostacoli. È stato così nei momenti più drammatici della pandemia che ha colpito il nostro Paese e il mondo intero. I valori e il messaggio di San Francesco ci hanno guidato verso la solidarietà, verso la ricerca della salvezza per tutti come condizione della salvezza di ciascuno. Grazie alla scienza oggi sappiamo che il virus può essere sconfitto. I vaccini ci permettono di guardare con maggiore fiducia e speranza al futuro, ci consentono di tornare a studiare, lavorare, intraprendere, incontrarci. Ma non è così ovunque. Ancora troppo pochi sono coloro che hanno ricevuto un vaccino nei Paesi a più basso reddito in Africa, in Asia, in America Latina. Abbiamo l’obbligo morale e politico di fare di più e di farlo in fretta. Dobbiamo essere generosi e razionali: la salute è un bene globale, indivisibile, nessuno si salva da solo, solo insieme possiamo guarire! Ecco perché il Presidente Draghi ha annunciato che l’Italia donerà̀ 45 milioni di dosi ai Paesi che ne hanno maggiore bisogno. Vogliamo dare l’esempio, nella nostra veste di Presidenza del G20, e sollecitare tutti i Paesi che possono a fare altrettanto. Ancora: alle parole, alla testimonianza e allo spirito di Francesco dobbiamo guardare per ripartire, per tornare a crescere, per sanare le ferite economiche e sociali che il Covid19 ha prodotto ovunque“.
“Siamo impegnati perché́ questi grandi eventi internazionali producano risultati concreti, diano risposte efficaci, nel segno dell’equità̀ e della sostenibilità̀. D’altra parte, sono le stesse sfide che anche la nostra comunità̀ è chiamata a vincere con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (…) Solo nell’unità e nella solidarietà, nel solco dell’insegnamento di Francesco, possiamo farcela“.