La città di Gubbio è stata (clamorosamente) esclusa dalle celebrazioni per gli 800 anni dalla morte di San Francesco d’Assisi, indette dal Comitato di coordinamento presieduto dal prof. Davide Rondoni e composto da membri indicati dal Governo, istituzioni e Società internazionale di studi francescani.
Al programma di eventi, che si terranno nel prossimo 2026, parteciperanno (insieme al Comitato) solo Regione Umbria , Comune e Diocesi di Assisi e reatino, ma non la città dove proprio il “poverello” ha ammansito il lupo – forse uno degli episodi più noti al mondo – e dove passa per gran parte anche il sentiero francescano percorso da pellegrini da ogni parte del pianeta.
“Una scelta che mi indigna fortemente, anche se purtroppo non mi sorprende – ha dichiarato il sindaco Filippo Stirati – Il ruolo della città di Gubbio nella vicenda spirituale e umana di San Francesco viene completamente ignorato. Si tratta di un “oblio” che, ahimè, arriva da lontano: non è stato mai facile negli anni affermare il ruolo di Gubbio dentro la parabola francescana. Anche nelle celebrazioni francescane del 1982 ci fu assegnato quasi come iniziativa secondaria e ‘riparatrice’ rispetto ad altri eventi più centrali il Seminario internazionale “Terra Mater”, che paradossalmente produsse uno straordinario testo di etica ambientale che ebbe un’eco mondiale”.
“Il programma culturale che oggi il Comitato si prepara a scrivere sarà mancante di snodi fondamentali della vicenda di Francesco – aggiunge il primo cittadino – Penso ad esempio alla storia degli Spadalonga, alla venuta di Francesco a Gubbio e alla vestizione del saio dagli amici che lo hanno ospitato, al Sentiero Francescano, al lebbrosario di Gubbio che Francesco ha frequentato, alla Pieve di Caprignone che nel 1223 ha ospitato il primo capitolo dell’Ordine dei francescani fuori da Assisi. C’è poi tutta la vicenda relativa all’episodio di San Francesco e la lupa, universalmente nota e carica di un messaggio eternamente attuale, un fioretto tra l’altro profondamente originale perché apre il tema del rapporto con la natura e dell’armonia che dovrebbe esserci tra la specie umana e il Creato: si tratta di ragioni più che sufficienti per poter dire che una parte fondamentale della storia di Francesco è stata, di fatto, dimenticata dal Comitato“.
Stirati ricorda anche come già da tempo, insieme ai sindaci di Assisi e Valfabbrica, abbia sollevato alla Regione Umbria la questione del Sentiero Francescano, “senza per la verità ricevere alcun cenno di risposta”. “Assumeremo ora nei confronti del Comitato presieduto dal professor Rondoni ulteriori azioni, – ha concluso Stirati anche di concerto con il nostro Vescovo Luciano Paolucci Bedini, per far valere pacatamente, ma anche risolutamente, quelle che riteniamo essere ragioni sacrosante. Stiamo programmando progetti e iniziative culturali in questo senso: non possiamo di certo permetterci né permettere la rimozione del francescanesimo a Gubbio, insito nella nostra storia e parte integrante della nostra spiritualità e della nostra cultura”.