“Commemorazioni e richieste di ospitare la salma di Lenin: a tutto c'è un limite, e francamente non sarebbe giusto gettare la croce addosso agli epigoni di un regime che oggi appaiono più folcloristici che pericolosi”. Il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (An) interviene nel dibattito sul 90esimo anniversario della Rivoluzione d'ottobre e spiega che “la colpa di una cultura e di una storiografia fin troppo benevola con una delle più grandi tragedie del passato, è senza dubbio della Prima Repubblica che con le sue Istituzioni è stata troppo succube nei confronti di coloro che in quel periodo avevano l'obiettivo neanche troppo velato di conculcare le libertà democratiche”. L'esponente di An sostiene che “non c'è niente da festeggiare o da commemorare, perché gli orrori di questi novanta anni sono fin troppo noti e l'elenco lunghissimo. Gulag, stermini di intere classi sociali, asservimento di tante Nazioni, guerre civili e pulizie etniche, con luoghi della terra, da Cuba alla Corea del Nord fino al colosso cinese, che tragicamente dimostrano le connivenze tra socialismo reale e ‘turbo capitalismo', ancora sotto sanguinarie dittature di ispirazione comunista”. Per il consigliere Lignani “ben altra considerazione” merita invece la data del 9 novembre: “La caduta del Muro di Berlino – spiega – è solo l'inizio di un percorso di libertà dei popoli d'Europa. A distanza di diciotto anni però – conclude Lignani Marchesani – questo percorso è diventato maggiorenne senza arenarsi, ed è auspicabile che con la maturità acquisisca sempre maggiori successi. Quanto a Lenin rimanga dove sta: l'Italia non ne ha bisogno”.
CELEBRAZIONE DELLA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE
Mer, 07/11/2007 - 21:58