«Cavalca, don Mario, sulle praterie del cielo accarezzato dal vento dello Spirito e ottienici il dono della sapienza perché possiamo vivere nel mondo, come tu raccomandavi, alla maniera di Cristo». È solo un passaggio dell’intensa e commovente omelia che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, ha tenuto durante la messa esequiale di mons. Mario Curini, arciprete di Norcia, morto a 46 anni il 30 maggio scorso in seguito ad una caduta da cavallo. Sì, a don Mario piaceva andare a cavallo nei pochi momenti liberi che aveva. «E quel cavallo, del quale era tanto appassionato, – ha detto mons. Boccardo nell’omelia – è stato il “veicolo” che lo ha condotto alla Casa del Padre»
Tanta, tantissima gente ha partecipato alla concelebrazione eucaristica. La chiesa concattedrale di S. Maria non è riuscita a contenere tutte le persone giunte, che hanno trovato posto anche in Piazza S. Benedetto, dove erano state sistemate molte seggiole e installato un collegamento video e audio con l’interno della chiesa. A Norcia si percepiva un clima di mestizia, di sconcerto e di incredulità per quanto accaduto. Il silenzio, la preghiera e una liturgia sobria sono stati gli unici protagonisti dell’ultimo saluto a don Mario. Come lui stesso, del resto, avrebbe voluto.
Accanto ai tanti nursini, c’erano gli abitanti di Montefranco (paese natale di don Mario), di Baiano di Spoleto (dove ha svolto il suo servizio pastorale dal 1991 al 1996) e di Campi e Ancarano (paesi del nursino dove è stato parroco dal 1998 al 2002); non potevano, poi, mancare i giovani della Diocesi, oggi adulti, che ha guidato dal 1996 al 2002 nel servizio della Pastorale giovanile. Logorata dal dolore, ma solida come una quercia, la mamma Velia è rimasta sempre accanto al feretro del figlio sacerdote, sostenuta dall’altro figlio Ottorino, dal nipote Renato e dagli altri familiari.
Con mons. Boccardo hanno concelebrato altri due Vescovi – mons. Riccardo Fontana di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, già di Spoleto-Norcia, del quale mons. Curini fu segretario, e mons. Gino Reali di Porto-Santa Rufina, del clero di Spoleto-Norcia – e tantissimi sacerdoti. C’erano quasi tutti quelli diocesani, tanti ne sono giunti dalle altre Diocesi dell’Umbria. I volti dei Vescovi e dei presbiteri erano carichi di dolore, scaturito dalla consapevolezza di aver perso un amico sorridente e generoso, un sacerdote qualificato, innamorato di Gesù e della Chiesa, tanto locale che regionale. La città di Norcia ha proclamato il lutto cittadino, mentre tante autorità civili erano presenti al rito funebre (c’erano anche i gonfaloni dei Comuni di Norcia, Spoleto, Montefranco e Arrone) e tante altre hanno espresso all’Arcivescovo le condoglianze tramite telegramma.
Sulla bara è stato posto il libro della Parola di Dio, quelle che l’arcivescovo Antonio Ambrosanio consegnò a don Mario il giorno dell’ordinazione diaconale. «Quante volte anche da questo ambone – ha detto il Vescovo nell’omelia – lo ha letto, spiegato e commentato alla sua gente, invitandola a prestarvi ascolto attento e docile. Faremmo torto a don Mario se non cercassimo anche noi di vivere il doloroso distacco da lui, l’evento della sua morte improvvisa e crudele, lasciandoci illuminare e confortare dalle verità contenute nel libro della Parola».
In un altro passaggio dell’omelia mons. Boccardo ha condiviso con i presenti la felicità di don Mario nell’essere prete: «la sua felicità – ha detto – traspariva dalle parole e dalle azioni. Ha amato la sua Chiesa diocesana e il popolo che ha servito» nei ventuno anni di sacerdozio. «Mentre gli diciamo “arrivederci” – ha proseguito l’Arcivescovo – mi piace ricordarlo rivestito della casula dell’ordinazione sacerdotale, preparata con amore da mamma Velia, come è stato deposto in questa bara, pronto per la celebrazione della santa liturgia: mi piace pensare che così lo accolgano sorridenti alle porte del Paradiso papà Renato (morto tre anni fa, ndr) e il suo maestro ed amico don Andrea (Bonifazi, ndr) per accompagnarlo, prendendolo per mano, davanti al trono di Dio». Rivolto, poi, direttamente a don Mario il Presule ha concluso: «mentre celebri la liturgia del Santi ricordati di tutti noi, caro fratello e padre, continua a portare in cuore con passione questa tua Chiesa che hai amato e servito con generosità…Grazie don Mario per quello che sei stato e per quelli che ci hai dato. Il Signore ti accolga nelle sue braccia di Padre misericordioso e ti doni il frutto delle tue fatiche: la beatitudine, la pace e la vita eterna».
Al termine della liturgia eucaristica il sindaco di Norcia, Gian Paolo Stefanelli, a nome dell’intera comunità nursina, ha letto un commovente messaggio: «Oggi caro don Mario lasci in tutti noi un vuoto incolmabile, una ferita che solo il tempo, forse, ma difficilmente, riuscirà a rimarginare. Come cristiano e come credente so che la nostra presenza su questa terra è soltanto un passaggio ma è difficile, veramente difficile, in situazioni tragiche come questa che ti ha strappato dalla nostra comunità, dare una risposta al “perché”, anzi ai tanti “perché”. La tua assenza inciderà profondamente sul nostro agire quotidiano, al quale verrà inevitabilmente a mancare la tua guida. Non ti dimenticheremo mai. Ciao don Mario e grazie per tutto!».
Alle ore 15.00 di ieri, venerdì 1° giugno, la salma di don Mario è stata portata da Norcia a Montefranco, dove l’Arcivescovo Boccardo ha presieduto una concelebrazione eucaristica nella chiesa della Madonna del Carmine. Dopo, le spoglie mortali del compianto sacerdote sono state portate al cimitero di Montefranco, dove riposeranno accanto a quelle del papà Renato.