Celebrata a Foligno la festa della Repubblica “L’unità nazionale è un bene prezioso: serve coesione tra le istituzioni, a tutti i livelli, per operare nel comune interesse dello sviluppo economico, sociale e civile, in ogni ambito del territorio nazionale”. Lo ha sottolineato il sindaco di Foligno, Nando Mismetti, nel suo intervento in occasione del 65° anniversario della proclamazione della Repubblica, iniziata con la deposizione della corona d’alloro alle lapidi dei caduti. Mismetti ha rilevato che occorre abbassare “i toni dello scontro” per ritrovare “il senso della misura, della dignità e della responsabilità. Il Paese ha bisogno di serietà, fiducia, innovazione, di riforme vere e sviluppo per uscire dalla crisi, soprattutto in questo periodo di difficoltà e con l’avvento del federalismo fiscale, che rischia di danneggiare le autonomie locali, se non sostenuto da politiche ispirate ai principi di solidarietà, come accaduto con l’ultima manovra finanziaria del Governo, che ha colpito fortemente gli enti locali, con tagli pesanti alle risorse per Comuni, Province e Regioni”. Per il sindaco questa giornata “sia per noi un giorno di festa e di unità, da cui ripartire per costruire un Paese migliore in cui lo sviluppo si coniughi con la giustizia sociale, in cui il lavoro torni ad essere un diritto e in cui si ricominci a investire in cultura, ricerca e formazione per favorire la crescita sociale e progresso economico. Un Paese in cui i giovani abbiano l’opportunità di esprimere le proprie capacità e non siano costretti a scappare altrove per avere un futuro dignitoso e in cui il confronto politico non sia fine a se stesso, ma torni ad essere uno strumento attraverso il quale promuovere una società più giusta. A questo obiettivo devono contribuire non soltanto le istituzioni ma tutti i cittadini, partecipando attivamente alla costruzione di un Paese migliore. A tale proposito invito tutti i folignati a partecipare ai referendum del 12 e 13 giugno, per dare la propria opinione su quesiti fondamentali come la costruzione di centrali nucleari e la privatizzazione dell’acqua pubblica. Come il 2 giugno del 1946, quando furono in tanti gli italiani che presero parte al primo referendum della storia del Paese, mi auguro che oggi sia altrettanta voglia di contribuire al futuro dell’Italia”.La cerimonia, presenti il picchetto d’onore del Centro di selezione e reclutamento nazionale dell’esercito, le associazioni combattentistiche e d’arma, le rappresentanze dell’Anpi, dell’Aned, della Croce Rossa Italiana e della Croce Bianca, è stata chiusa dalla Filarmonica di Belfiore che ha eseguito il suo repertorio bandistico.