Giovedì hanno atteso fino alla mezzanotte (e anche oltre) per sapere se il giorno dopo avrebbero dovuto prendere servizio a scuola, come era stato assicurato dall’Ufficio scolastico regionale. Non a parole, ma attraverso una comunicazione che sul sito dell’Ufficio scolastico territoriale (Ust) di Perugia annunciava lo spostamento di un giorno dell’assegnazione delle cattedre a tempo determinato.
Elenchi, avverte lo stesso Ust Perugia,che tra l’altro sono parziali. E che l’ufficio “provvederà ad assegnare le sedi residue tramite lo scorrimento delle rispettive graduatorie e provvederà a pubblicare i relativi decreti sul sito web”.
E sempre venerdì sono stati pubblicati i decreti per le assegnazioni per le supplenze, con le ennesime rettifiche e assegnazioni.
La corsa contro il tempo per l’assegnazione delle cattedre si è rivelata un flop nella provincia di Perugia. Una corsa che tra l’altro, come avevano avvertito i sindacati, rischia di avere degli strascichi a seguito dei ricorsi per gli errori nelle graduatorie, compilate da quest’anno sulla base dei titoli autocertificati direttamente dagli aspiranti prof con la presentazione della domanda online.
Lunedì la protesta dei prof precari
Un caos di cui fanno le spese tanti studenti (soprattutto quelli che non hanno visto assegnato il sostegno), le loro famiglie e i prof precari. Che lunedì pomeriggio si ritroveranno per protestare ancora davanti alla sede dell’Ufficio scolastico territoriale di Perugia.
La “preapertura” della scuola, tra rischi Covid e cattedre vuote
La ministra Azzolina aveva annunciato che quest’anno i prof supplenti sarebbero stati nominati con largo anticipo rispetto agli anni passati. E in effetti, alla fine, sarà così. Pur a costo di un caos che si aggiunge alle incertezze legate al Covid.
E in molti si chiedono a questo punto che senso abbiano avuto questi 5 giorni di lezione prima dello stop per il referendum. Una preapertura costosa, visto che le aule dovranno essere nuovamente sanificate. E in molti casi con una didattica a metà, per la mancanza di insegnanti o perché non tutto, in alcune scuole, era pronto, secondo le disposizioni anti Covid.