La base è la fotografia scattata dal collega Fabrizio Troccoli per Umbria24: Catiuscia Marini nel momento in cui vota alzando il braccio per chiedere contemporaneamente la parola e con sguardo determinato guarda i consiglieri a cui farà uno dei suoi ultimi discorsi. Una foto che è un pezzo giornalistico senza bisogno di parole scritte.
Il web, vetrina virtuale che per i politici può rischiare di diventare una gogna difficile da arginare, l’ha vista riproporre in numerosi fotomontaggi, con un’ironia che in alcuni casi travalica anche il “tifo” politico.
Alcune raffigurazioni rappresentano un insulto, al politico ed alla donna, così come alcuni pesantissimi commenti circolati dopo la seduta del Consiglio regionale di sabato in cui Catiuscia Marini ha votato con la maggioranza per respingere le dimissioni presentate a metà aprile per ragioni politiche, a seguito della sua iscrizione nel registro degli indagati nell’inchiesta sulla Sanitopoli perugina. Ed addirittura dopo la notizia che la governatrice, sabato sera, al termine di una giornata che l’aveva fortemente provata, aveva accusato un lieve malore, tale però da indurre i medici a optare per il ricovero a scopo precauzionale.
Per altre ricostruzioni grafiche satiriche, la stessa Catiuscia Marini, in altri tempi, avrebbe probabilmente sorriso.
Come quella che la raffigura intenta a tirare il collo a Giacomo Leonelli, l’unico consigliere del centrosinistra che non si è espresso per il respingimento delle dimissioni, costringendo la governatrice al voto. Politicamente più velenosa, invece, quella che l’immagina intenta a sbracciare nell’Oceano Atlantico con alle spalle il Titanic che affonda.
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Ma l’ironia della rete, alla fine, ha finito con il travalicare i confini politici. E così, partendo da quello scatto di Troccoli, Marini è stata immaginata come Adamo a cui Dio infonde l’anima o sulla locandina del film “L’esorcista”. Oppure, in ambito sportivo, giocatrice di pallanuoto o schermitrice sulla pedana. O ancora impegnata nella musica, nei panni di Freddie Mercury, di John Travolta nel ballo della “Febbre del sabato sera”, Dj alle serate Bellaciao. Storico canto della Resistenza antifascista. E così, in qualche modo, si torna allo sfottò politico.