Cronaca

Catena di solidarietà per il ‘senza tetto’ di Corso Cavour

Non c’è bisogno di aspettare il clima natalizio per scrivere belle storie, o meglio, per scrivere di belle storie. E quella che vogliamo raccontarvi oggi ha tutti gli ingredienti giusti: un uomo solo e senza casa, un cane fedele che è il suo unico affetto, e la solidarietà spontanea e concreta di tanta gente. Questa volta la città non è rimasta a guardare, questa volta i cittadini non si sono voltati dall’altra parte, hanno scelto di rimboccarsi le maniche e di mettere mano al portafogli. Passare tutti i giorni in Corso Cavour e trovarsi difronte un uomo di 47 anni, in terra, sopra a dei cartoni, sotto vecchie coperte stretto al suo amico a quattro zampe, altrettanto malconcio, era diventanto uno schiaffo al cuore.

Ecco così che scatta la scintilla delle coscenze: la scorsa settimana il ‘barbone’ – o clochard come si dice ora per dargli un tocco quasi di stile – era visibilmente malato, ed anche il cane aveva dei problemi di salute. A questo punto, i gestori del Central Bar in piazza della Repubblica ed un’amica della proprietaria sono passati dalle parole ai fatti ed hanno organizzato una vera e propria colletta di solidarietà. Un post e su Facebook ed è partito il tam tam mediatico sui social, una catena virtuale che stavolta però, ha portato i suoi frutti con la raccolta di centinaia di euro.

I soldi delle beneficenza sono stati utilizzati nell’immediato per prestare soccorso all’uomo, e per sottoporre il cane a cure veterinarie con la medicazione di un ascesso e l’acquisto di spefici farmaci.

“Non è stato affatto facile poterlo aiutare – fa sapere Catia Rosi – anche perchè per lui vivere in strada è stata ed è una scelta di vita. Non potevamo lasciarlo lungo il Corso o pensare che passasse la notte in qualche rifugio di fortuna. E’ originario di Taranto e non sappiamo per quale motivo abbia scelto di trasferirsi in qualche modo a Foligno – aggiunge la Rosi – intanto abbiamo fatto il possibile. Con i soldi raccolti abbiamo fatto un’abbondante spesa in modo che abbia scorte di cibo e gli abbiamo consegnato tutto. Abbiamo acquistato il necessario anche per il cane – tiene a sottolineare – e un’altra cifra l’abbiamo stanziata per consentirgli di dormire in una struttura ricettiva”.

Anche la sistemazione tra quattro mura, con un tetto sopra la testa, non è stata accettata di buon grado, e c’è voluto non poco a convincerlo ad accettare. Ma la privazione della ‘libertà’ era necessaria viste le precarie condizioni di salute. Il fatto è che ora l’uomo tornerà in strada e nessuno potrà impedirglielo. “Noi ad ogni modo non lo lasceremo solo – annuncia Catia Rosi –  saremo pronti ad aiutare comunque lui e il suo cane, c’è anche chi ha portato del materiale oltre ai soldi e magari – conclude – se servirà ancora ci saranno altre persone pronte a darci e dargli una mano”.