Il Comune crede nella valorizzazione del patrimonio culturale come bene comune | Sostegno anche dall'associazione di Castiglione, Piegaro e Paciano
Patrimonio culturale, Castiglione del Lago è il primo Comune d’Italia a sottoscrivere la Convenzione di Faro. La carta è stata ufficialmente sottoscritta nell’ultimo Consiglio Comunale di Castiglione del Lago, in data 29 dicembre 2020.
Sacco: percorso per valorizzare l’eredità culturale
“Diamo vita a un percorso che, ispirandosi ai principi della Convenzione di Faro, punta a un processo partecipativo di valorizzazione dell’eredità culturale – ha dichiarato la vicesindaco Andrea Sacco – che deve fondarsi sulla sinergia fra istituzioni pubbliche, cittadini privati e associazioni. Per questo, il Comune di Castiglione del Lago intende ispirare la propria azione amministrativa ai principi esposti nella Convenzione: in particolare, la Convenzione promuove il diritto dell’individuo a prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità ed è dovere di chi amministra creare le condizioni di accessibilità al patrimonio culturale”.
L’Associazione Faro Trasimeno
Il percorso sancito dalla ratifica da parte dell’Amministrazione comunale è stato concretamente già avviato dalla recente nascita dell’associazione Faro Trasimeno, creata da un gruppo di cittadini dei comuni di Castiglione del Lago, Paciano e Piegaro con l’intento di attivare una serie di azioni per promuovere quanto contenuto nella Convenzione di Faro e favorirne l’attuazione.
Il progetto intende diffondere una più ampia comprensione del patrimonio come bene comune, ponendo al centro le persone e le comunità del territorio del Trasimeno e Valnestore, coinvolgendole e incoraggiando l’innovazione sociale per aumentare la partecipazione civica e migliorare l’accesso all’eredità culturale in cui si identificano. Promuovere la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, culturale e naturale in tutti suoi aspetti e, in particolare, secondo la definizione che ne viene data nella Convenzione di Faro, sostenere l’idea che “la conoscenza e l’uso del patrimonio rientrino nel diritto di partecipazione dei cittadini così come definito dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo”.