Cronaca

Castelluccio tra ritardi e la petizione contro il Parco dei Sibillini

Le strade per raggiungere Castelluccio di Norcia sono chiuse, interessate dai lavori di messa in sicurezza. I lavori per la delocalizzazione delle case (le Sae) e delle attività commerciali (il discusso Deltaplano) non si sa di preciso quando partiranno. La demolizione degli edifici crollati e la rimozione delle macerie, dopo l’inizio delle attività, sono ferme. Addirittura le Sae previste a Castelluccio, appena 8, non compaiono nemmeno nel piano della protezione civile relativo a tutto il centro Italia ed aggiornato a due giorni fa (qui la mappa con lo stato di avanzamento dei lavori di ogni singolo cantiere). All’appello, tra l’altro, in Umbria mancano ancora un terzo delle casette (250 su 759).

Gli abitanti di Castelluccio, chi ha una seconda casa, chi qui ha interessi economici o chi semplicemente ci passava – prima della devastazione provocata dal terremoto nel 2016 – qualche settimana all’anno, tutti sono arrabbiati. Il tetto dei Sibillini, l’area conosciuta in tutto il mondo per la sua spettacolare fioritura, è abbandonata a se stessa.

Varie le concause: ad aggravare la già difficile situazione provocata dal sisma nelle regioni del centro Italia ci sono ovviamente le condizioni ambientali. Arrivare quassù, a 1452 metri di altitudine, è complicato, prima occorre mettere bene in sicurezza le strade per evitare frane e pericoli per le persone. Ed è quello che si sta facendo, ma ci vuole tempo. C’è da ricordarsi che il terremoto ha fatto abbassare i monti, ha creato spaccature larghe decine di centimetri e lunghe chilometri sul monte Vettore.

Ma a creare ancora più problemi, secondo molti castellucciani, è un ente preciso. Che non ha nulla a che fare con i ritardi della ricostruzione, in verità, ma che complicherebbe una situazione già complicata di suo. E’ il Parco nazionale dei monti Sibillini, ente istituito nel 1993, che con i suoi vincoli ha permesso di salvaguardare negli ultimi 25 anni il territorio. “Ma prima lo abbiamo fatto noi e chi ci ha preceduto” osservano diversi abitanti di Castelluccio.

E se i rapporti difficili tra la popolazione e l’Ente Parco non sono una novità, la situazione è esplosa dopo il terremoto, nell’ultimo anno e mezzo. Con le limitazioni imposte dal fatto di essere all’interno di un’area naturalistica tutelata, che catalizzano malumori non solo nella parte più alta dell’Umbria, a confine con le Marche, ma anche in altre zone del comune di Norcia. La vicenda di Casa Ancarano, dove il primo a far notare al Comune di Norcia l’illegittimità del progetto era stato proprio il Parco dei Sibillini, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, insieme alla contrarietà a realizzare un’area camper per i castellucciani non residenti.

Ed ecco allora che da Castelluccio (anzi da Bevagna, dove i castellucciani si sono incontrati nei giorni scorsi) è partita una raccolta di firme. “La comunità dei Castellucciani riunitasi a Bevagna il 14/01/2018 , valutata la situazione attuale in cui versa Castelluccio di Norcia (pg) raccoglie i dissensi in ordine alle costanti barriere ed insormontabili vincoli posti dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini allo sviluppo e ricostruzione ma soprattutto fruizione del paese di Castelluccio di Norcia da parte dei residenti, operatori, non residenti” viene spiegato in un sito internet appositamente costituito, www.parconazionalenograzie.com.

In alcune frazioni di Norcia si stanno organizzando dei punti di raccolta firme, altrettanto si sta facendo a Roma, dove orbitano molti nursini d’origine o proprietari di seconde case. “Tra cartacee e online sono state raccolte quasi mille firme” spiega Daniele Testa, uno dei promotori della petizione. Tra la popolazione, locale e non, c’è però chi osteggia la raccolta di firme, difendendo l’utilità dello stare all’interno di un parco nazionale. Contrario ad un’ipotesi di uscita dal Parco dei Sibillini anche il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno. Difficile che alla fine l’obiettivo possa essere centrato. Lo stesso Ente Parco nei giorni scorsi ha evidenziato che non ci sta ad essere considerato il capro espiatorio dei ritardi del post sisma.

Polemiche, ritardi e difficoltà a parte, intanto si pensa alla semina della lenticchia ed a lavorare in vista dello spettacolo della fiorita per la prossima estate. Questa volta i lavori sulle strade dovrebbero essere completati per tempo, consentendo a migliaia di visitatori di tornare a fruire di questa meraviglia della natura. Sperando che insieme ai fiori possa iniziare un po’ a rinascere anche il paese di Castelluccio.

(foto webcam Umbriameteo)