La comunità di Castelluccio di Norcia è in lutto per la morte di Urbano Testa, scomparso giovedì a Roma; aveva 69 anni. Viene a mancare un coraggioso combattente in difesa della frazione nursina devastata dal sisma del 2016. Promotore e presidente del Comitato civico di Castelluccio di Norcia, aveva organizzato varie azioni in difesa del borgo e di pungolo alla sua ricostruzione (i cui tempi sono ancora lunghi nonostante ordinanze ad hoc) ma anche di sostegno agli “abitanti non residenti o transumanti“, come definiva se stesso e i tanti altri proprietari di seconde case ma legati a Castelluccio quanto i residenti effettivi. Tra le iniziative di cui si era fatto promotore, insieme ad altri, anche l’installazione di un container che aveva le funzioni di centro aggregativo, “zona Cesarina”, poi fatto rimuovere perché “abusivo”.
L’ultima eclatante iniziativa per tenere alta l’attenzione su Castelluccio Urbano Testa l’aveva fatta a maggio 2021, quando aveva dipinto la facciata della casa della sua famiglia – rimasta in piedi dopo il sisma – con un enorme tricolore.
Lui stesso aveva voluto spiegare: “Cari amici, questa casa che oggi ha indossato il nostro amato tricolore, è la mia casa, prima è stata di mio padre che nel lontano 1970 l’aveva ristrutturata a fondo tanto fa consentirle di resistere al sisma del 2016, prima ancora era stata di mio nonno materno Micoli Evaristo. Questa casa che era al centro di Castelluccio, ora si è venuta a trovare in prima fila rispetto al pian Grande essendo crollate tutte le case a valle che la coprivano alla vista. Questo è uno dei motivi che mi ha spinto a vestirla di tricolore, visto che è rimasta come baluardo alla distruzione, sia da monito a chi sembra aver dimenticato che Castelluccio è ancora Italia anche se da 5 anni è ferito a morte. L’altro motivo per cui oggi la casa de “Variste” ha vestito il tricolore, è la speranza che venga fotografata da molta gente e rimanga impressa nelle loro menti come un monumento alla resilienza, perché questa casa dovrà essere demolita e probabilmente non verrà ricostruita lì dove è sempre stata da 400 anni“. Anche quell’edificio poi, a settembre scorso, con grande dispiacere per Urbano Testa, era stato demolito dalle ruspe dei vigili del fuoco per consentire di procedere nei progetti di ricostruzione.
In quell’occasione aveva, come suo solito, dato vita a pesanti riflessioni. “Tanti in questi lunghi anni – aveva scritto, tra le altre cose – mi hanno detto: però a Castelluccio non ci sono state vittime, ho sempre risposto che non è vero, a Castelluccio ne abbiamo già sepolti 100 in questi 6 anni, la maggior parte di loro si sono lasciati morire vinti dalla disperazione, dall’isolamento, dal dolore di non poter tornare nelle proprie case, dalla consapevolezza di essere stati traditi proprio da coloro ai quali avevano dato la propria fiducia”.
Tanti in queste ore gli attestati di cordoglio per la scomparsa del presidente del Comitato civico castellucciano, anche dai vari membri degli organismi che dal 2016 si sono battuti per la ricostruzione del centro Italia. Come da decisione dello stesso Urbano Testa, non ci sarà una cerimonia funebre. Chi vorrà rendergli un ultimo saluto potrà farlo sabato 17 giugno dalle ore 9 alle 11 presso la camera mortuaria dell’Aurelia Hospital di Roma.
Alla moglie Maria Santa Lorenzini, ai figli Daniele e Giovanni Battista, alla sorella Enza Testa ed ai familiari tutti giungano le condoglianze della redazione di Tuttoggi.info.