Mentre a Castelluccio di Norcia il tempo sembra essersi fermato da più di un anno, proprio quando c’è qualche speranza di vedere una piccola ripresa nella prossima estate – se la strada verrà realmente aperta senza fasce temporali e le delocalizzazioni delle attività commerciali saranno effettuate e completate – arriva un’altra tegola. Le aree gravate dagli usi civici, come quella del Pian Grande, non possono essere utilizzate come parcheggi.
Lo ha stabilito il Commissario per gli Usi Civici di Lazio, Umbria e Toscana, con sentenza n. 19 del 13 marzo 2018, che ha accolto il ricorso che era stato presentato nel 2015 dalle associazioni Mountain Wilderness Italia – Umbria e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e che un anno dopo aveva portato al sequestro delle stesse aree. A renderlo noto sono proprio i ricorrenti.
Sarebbe confermato, quindi, quanto era stato disposto temporaneamente due anni fa, anche se non le motivazioni della sentenza non sono state ancora depositate.
“Il Commissario per gli Usi Civici ha affermato chiaramente – evidenziano Mountain Wilderness Italia – Umbria e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – che i terreni a uso civico non possono ‘essere adibiti ad aree di sosta temporanee per autoveicoli’, respingendo le argomentazioni portate in causa dalla Regione Umbria, dalla Comunanza Agraria di Castelluccio e dal Comune di Norcia.
In precedenza, con ordinanza n. 255 del 28 luglio 2016, aveva disposto il sequestro giudiziario (art. 30 della legge n. 1766/1927 e s.m.i., nonché art. 670, comma 1°, cod. proc. civ.) delle aree a uso civico utilizzate illegittimamente come parcheggio, nominando Custode giudiziario il Comandante del reparto del Corpo forestale dello Stato (oggi Carabinieri Forestali) competente per territorio, mentre gli atti sono stati trasmessi alla competente Procura della Repubblica per le ipotesi di reato paesaggistico (art. 181 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e alla Procura regionale della Corte dei conti per le ipotesi di danno erariale (art. 1 della legge n. 20/1994 e s.m.i.).
La vicenda processuale davanti al Commissario per gli usi civici di Roma rientra nell’ambito del complesso di azioni portate avanti dalle associazioni ecologiste Mountain Wilderness Italia e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus per la salvaguardia dei Piani di Castelluccio, notissimi per la famosa fiorita, autentica esplosione di colori.
Si tratta di un altopiano carsico-alluvionale dell’Appennino Umbro-Marchigiano, sui Monti Sibillini, ai piedi del Monte Vettore, nei Comuni di Norcia (PG) e Castelsantangelo sul Nera (MC), nel Parco nazionale dei Monti Sibillini. Sono il fondo di un antico lago appenninico, ora prosciugatosi e noto per i suoi fenomeni carsici. Estesi circa 15 kmq., sono a un’altezza media di mt. 1.350 e costituiscono un ambiente unico e straordinario: sono tutelati con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), rientrano nel parco nazionale dei Monti Sibillini (legge n. 394/1991 e s.m.i., D.P.R. 6 agosto 1993) e nel sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Piani di Castelluccio di Norcia” (codice IT5210052), ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali. Gran parte dei Piani (1.136 ettari) sono aree a uso civico (legge n. 1766/1927 e s.m.i., regio decreto n. 332/1928, legge regionale Umbria n. 1/1984 e s.m.i.), di cui è titolare la Comunanza Agraria di Castelluccio.
La pronuncia del Commissario per gli Usi civici assume anche grande rilievo per l’approvazione definitiva del progetto per la delocalizzazione di esercizi commerciali, caseifici, ristoranti di Castelluccio proposto dalla Regione Umbria per superare la gravissima crisi causata dal devastante terremoto che ha colpito l’Italia centrale nel 2016 e ha provocato la quasi completa distruzione anche di Castelluccio di Norcia, storico piccolo centromedievale nel parco nazionale dei Monti Sibillini. Il progetto regionale ha già suscitato vivaci polemiche e interrogazioni parlamentari per l’evidente impatto ambientale, ma in ogni caso non potrà stravolgere il demanio civico locale.
Le associazioni ecologiste Mountain Wilderness Italia e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus auspicano con forza il necessario sforzo congiunto di tutte le amministrazioni pubbliche competenti per evitare la perdita di naturalità di quel straordinario bene ambientale rappresentato dai Piani di Castelluccio. Difendere quel gioiello naturalistico dal degrado è necessario e crediamo che chiunque non possa che esser d’accordo. E la sentenza del Commissario per gli Usi Civici dà forza e ragione alla salvaguardia ambientale”.