C’è anche il cranio intero del cervo gigante – fossile unico a livello mondiale – tra i reperti della Raccolta civica di Città di Castello, che sarà presto esposta al pubblico, forse alla Manica lunga della Pinacoteca (dov’è ora custodita per le operazioni di catalogazione) o in un luogo valutato insieme alla Soprintendenza.
“Che sarà esposta al pubblico è una certezza” hanno detto stamattina (7 luglio) in Municipio il sindaco Luciano Bacchetta e l’assessore alla Cultura Vincenzo Tofanelli, nel presentare gli sviluppi della convenzione con l’Università di Perugia, che sta studiando il materiale in vista di un museo che sappia valorizzare il lavoro dei benemeriti concittadini dell’Associazione Protostorica Alta Valle del Tevere, a cui si deve, dal 1960, l’opera di raccolta e conservazione del materiale. “E’ grazie a loro se oggi abbiamo una collezione con un grande potenziale, come gli scienziati ci dicono”.
Il coordinatore scientifico, il docente dell’Università di Perugia Lucio Fiorini, ha spiegato: “Ospitata per lungo tempo in una sala della Biblioteca Comunale di via delle Giulianelle, la Raccolta civica è costituita quasi esclusivamente da fondi privati donati al Comune nel 1974 dall’Associazione Protostorica, che per anni cercò sul territorio tracce delle nostre lontane origini”.
I reperti archeologici si attestano dalle ere geologiche più antiche fino alla comparsa dell’uomo con reperti risalenti all’età della pietra e al periodo etrusco e romano. Alcuni strumenti di pietra provengono da località e nazioni differenti, mentre tutta una serie di reperti sono stati rinvenuti nel Comune di Città di Castello e nel territorio del Comprensorio Altotiberino.
Tra questi ci sono i fossili di grandi mammiferi quali elefanti, rinoceronti, ippopotami, bisonti, cervi, cavalli e castori che, nel Pleistocene medio, popolavano le sponde del grande Lago Tiberino. Una significativa varietà di oggetti preistorici, etruschi e romani, come bracciali, fibule, utensili, vasi aretini, monete e un peso di stadera in bronzo raffigurante la dea Minerva con un grande elmo, documentano le varie civiltà che hanno anticamente popolato l’Altotevere.
Per il paleologo dell’Università di Perugia Marco Cherin la Raccolta civica ha un valore altissimo: “Conserva alcuni esemplari unici come i crani di un cervo gigante, di suino e creature che abitavano questa terra all’epoca dei dinosauri, è molto singolare uno stato così perfetto per fossili di quel periodo. Forse abbiamo attestazioni di almeno due specie qui mai trovate. Sono molto contento anche della collaborazione tra Comune, cittadini e Università per lo studio che si sta compiendo e che è finalizzato al museo”. Alessandro Nocentini, architetto, ha illustrato l’idea di museo nella quale oltre all’esposizione “una parte importante sarà affidata alla multimedialità, all’interattività e alla didattica“.
“Siamo contenti dei passi in avanti che si stanno facendo, perché quando donammo la Raccolta civica al Comune il nostro intento era condividere la bellezza restituita dalla terra e che diventasse patrimonio di tutti i tifernati“, dicono Giulio Rosini e Franco Dinarelli, rappresentanti dell’Associazione Protostorica dell’Alta Valle del Tevere (presente anche Daniele Baldelli).
“L’associazione – hanno raccontato – nacque per caso da una passeggiata verso Fontecchio, quando notammo che alcune pietre di un fiume contenevano fossili. Da allora altri concittadini appassionati di reperti si sono uniti a noi e negli anni Ottanta abbiamo organizzato quasi per scherzo una mostra del materiale. Il successo che ebbe ci spinse ad impegnarci di più e a donare la Raccolta al Comune. La nostra speranza è che presto acquisti la forma di un museo e che possa essere conosciuta dai giovani”.