“I giudici riconoscono la piena legittimità dell’operazione compiuta nel 2010 dal Comune di Narni che, nel corso di questi lunghi anni e nonostante le travagliate vicende giudiziarie, ha sempre rivendicato la bontà dell’operazione”. Così il vicesindaco Marco Mercuri commenta le motivazioni della sentenza sul castello di San Girolamo, depositate negli ultimi giorni.
Castello di San Girolamo, Mercuri ripercorre la vicenda
Dopo l’assoluzione di tutti gli imputati in primo grado decisa il 1 dicembre scorso dal tribunale di Terni, Mercuri ha voluto dire la sua sulla vicenda. Ricordando che il Comune “era riuscito, da un lato, ad alienare un bene inutilizzato da anni, incassando una cospicua liquidità destinata al fabbisogno della comunità cittadina, senza dover affrontare direttamente i costi di una onerosa ristrutturazione e, dall’altro, che un soggetto privato, recuperando il complesso, realizzasse un’opera di pregio per il territorio narnese in piena sintonia con gli obiettivi di sviluppo rilanciati dall’amministrazione nell’ambito del PUC 2 del Centro Storico”.
Verità ristabilita dopo 10 anni
Il vicesindaco ricorda come l’intervento di recupero del castello di San Girolamo “avrebbe inoltre consentito la positiva ricaduta locale, derivante dai lavori di ristrutturazione e dalla successiva messa in esercizio dell’attività, con un apprezzabilissimo incremento di posti di lavoro, così come previsto nel Bando di gara. Le gravissime accuse formulate nei confronti della giunta e dei dirigenti del Comune si sono dimostrate del tutto infondate ma, per ristabilire la verità dei fatti, sono passati purtroppo 10 anni.
Ma ora, a giustizia fatta, si pone un altro preoccupante interrogativo. Quale potrà essere il futuro di questo bene dopo l’ulteriore abbandono di 10 anni, il contributo del PUC2 andato perduto, le condizioni sociali ed economiche drasticamente peggiorate?“.
L’impianto accusatorio è stato sconfessato nel corso dell’istruttoria dibattimentale e le motivazioni della sentenza ne danno pienamente atto. Le persone coinvolte, se possibile, sono state moralmente risarcite ma le istituzioni e la comunità tutta hanno subito un danno irreparabile. Si riuscirà, e come, a mettere riparo a questo danno patito dal territorio?