“Il Parco Pinaro di Castel Viscardo e la sua vista sulla Valle del Paglia sono ufficialmente candidati a Luogo del Cuore FAI”. Ora però c’è bisogno di firme “per valorizzare questo luogo di comunità” e l’amministrazione comunale invita i cittadini a farlo collegandosi al sito https://www.fondoambiente.it direttamente cliccando su questo link: https://fondoambiente.it/luoghi/belvedere-dalla-pineta-di-castel-viscardo?ldc&fbclid=IwAR234QRVwESjlz1X3jCnCmg_5p_l0stwEoieTqv7MkXtRJyQ7qWkwpQvAQE
Il Pinaro è la parte più alta della pineta di Castel Viscardo, situata al centro del paese come un grande cuore verde. Dopo aver percorso il dolce pendio della pineta (detta anche “Prato”), all’osservatore si apre una delle più belle viste sulla valle del fiume Paglia: un arco geografico che include tre regioni (Toscana, Lazio, Umbria) e ben 5 province (Terni, Viterbo, Grosseto, Siena e Perugia). Il punto di vista del Pinaro elevato e privilegiato grazie alla larga ansa dello stesso fiume, consente allo sguardo di abbracciare, in un’ampia veduta da sud-ovest (a sinistra) verso nord est (a destra), un panorama che va dal confine viterbese dell’Altopiano dell’Alfina (ben disegnati i contorni del castello del borgo di Torre Alfina), alla larga vallata dominata dal paese di Allerona e oltre verso la zona detta delle “Crete” fino a Città della Pieve passando, al centro, per il verde intenso e incontaminato della Riserva di Monte Rufeno e Selva di Meana (ben visibili i ruderi dell’antico insediamento medievale). Sullo sfondo le cime del sud ovest toscano a corona con al centro l’Amiata, dove è sita la stessa sorgente del fiume Paglia, a un’altitudine di circa 1000 mt s.l.m.
Ma il Pinaro è già luogo del cuore per tutti i castellesi, la storia dei quali è strettamente legata a quella del parco, a partire dalla sua origine: i pini che lo costituiscono sono quelli piantati negli Anni Cinquanta del Novecento dai bambini durante la Festa degli Alberi. Prima di essere una pineta, con annessi impianti sportivi, il parco, è stato per secoli il giardino privato del Castello, al quale i castellesi non potevano accedere se non in tempi stabiliti. Nei secoli passati era coltivato, poi aperto al pubblico passeggio solo in alcuni periodi dell’anno (quando non c’erano le colture, la trebbiatura o il pascolo delle erbe estive), solitamente tra le due festività di Sant’Angelo («da S. Angelo di Maggio a S. Angelo di Settembre», ossia dall’8 maggio – apparizione – al 29 settembre – dedicazione – di ogni anno). Dopo essere entrato a far parte del patrimonio della Partecipanza Agraria (in seguito alla decennale causa per il riconoscimento degli usi civici) è stato, finalmente, liberalizzato all’accesso di tutti coloro che lo desiderano, divenendo nel tempo uno spazio di infinite sensazioni, da sempre amato dai castellesi e villeggianti; non c’è famiglia del paese che non conservi una foto ricordo in questo luogo, segno di spensieratezza e ritrovo estivo per eccellenza.
Un luogo così importante e significativo da essere scelto per installare nel 2015 la Panchina Rossa a memoria di tutte le vittime del femminicidio e per la quale è stata scelta una frase di una canzone di Brunori Sas “Colpo di pistola” che con la poesia descrive l’orrore e la follia di questa piaga sociale.
Un cuore rosso che pulsa all’interno del cuore verde della nostra comunità per dire un fermo no ad ogni forma di violenza.