E’ il sindaco di Castel Ritaldi, ma soprattutto una persona come tante che ha visto realizzarsi dopo grandi sofferenze la possibilità di avere un figlio. Andrea Reali e sua moglie Silvia le avevano tentate davvero tutte, da 8 anni cercavano di avere un bambino. Una storia personale molto travagliata quella della signora, che prima di dare alla luce pochi giorni fa il piccolo Alessandro aveva dovuto fare i conti con quattro aborti.
I migliori specialisti delle migliori strutture sanitarie italiane, a Roma come a Milano, non le avevano lasciato molte speranze. Quella di Alessandro era la quinta gravidanza per Silvia, che ha seguito la prima parte di trattamento ancora a Roma, nonostante i medici che la seguivano fossero quasi arrivati a consigliare la coppia di lasciar perdere.
Poi la decisione di tornare a casa, a Spoleto, per farsi seguire dal professor Fabrizio Damiani, primario del reparto di ginecologia. Mai scelta fu più azzeccata. Un’ospedalizzazione di tre mesi e un parto perfetto: puntuale e naturale contro ogni previsione (più volte altri dottori avevano detto ad Andrea e Silvia che un eventuale parto sarebbe stato prematuro e avrebbe richiesto al 99% un cesareo).
C’è tutta la gioia di un neo papà racchiusa nelle poche ma significative parole che Andrea Reali ha rilasciato a Tuttoggi.info: “Devo ringraziare il dottor Damiani e il suo staff per aver realizzato ciò che tanti suoi colleghi ritenevano impossibile e per essersi preso la responsabilità di far nascere Alessandro con un parto naturale. Le sue intuizioni sono state fondamentali”.
Poi, spazio ad una riflessione più generale. “Quello che mi preme di più, al di là della felicità mia e di mia moglie e di quanto dobbiamo a lui e al suo staff – ha affermato il sindaco – è sottolineare l’importanza per Spoleto e per l’Umbria intera di avere una persona come Fabrizio Damiani a dirigere il reparto di ginecologia. Mi auguro che non lasci l’ospedale di Spoleto o che almeno rimanga nella nostra Regione, poiché è troppo importante valorizzare gli elementi che veramente se lo meritano, specialmente in ambito sanitario, dove più che mai contano ‘le persone’. Grazie a medici come lui il San Matteo potrà arrivare a registrare quei numeri necessari affinché il punto nascita non sia chiuso e, al contrario, diventi stabilmente un’eccellenza sanitaria del territorio.
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