Un vero e proprio arsenale in casa, che sarebbe stato utilizzato per minacciare il vicino di casa apparentemente per futili motivi. E’ approdata ieri di fronte al collegio penale del tribunale di Spoleto la vicenda giudiziaria che riguarda due uomini residenti a Castel Ritaldi. Il querelante di fronte ai giudici Bellina, Laudenzi e Anibaldi ha dichiarato di essere stato ripetutamente minacciato di morte e ingiuriato dal vicino ultrasettantenne e di non averne mai capito le reali cause. Il suo incubo sarebbe cominciato nel 2008, quando sarebbe stato minacciato con un coltello a serramanico. Solo il primo di una serie di episodi incresciosi stando alle sue parole, sempre con l’arzillo vecchietto protagonista, che l’avrebbe minacciato anche con una roncola e con una spranga di ferro costringendolo alla fuga in più di un’occasione.
Nel 2010 l’uomo si decise a sporgere denuncia alla locale stazione dei Carabinieri, i quali effettuarono una perquisizione nella casa dell’anziano trovando, oltre a quelle regolarmente detenute, armi rudimentali e fucili antichi e artigianali che non erano stati denunciati e che il consulente della procura – anch’egli escusso nell’udienza odierna – ha analizzato per capire se erano effettivamente in grado di sparare.
Fucili che secondo la difesa dell’imputato – ad assisterlo è l’avvocato Salvatore Finocchi del foro di Spoleto – sarebbero stati inutilizzabili. Senza contare, questa la linea difensiva, che non ci sarebbe alcun testimone oculare delle minacce. Per le sorti dell’imputato, accusato dei reati di minacce, ingiurie e detenzione illegale di armi, potrebbe già essere decisiva la prossima udienza, fissata per il 10 luglio del 2014. (Jac. Bru.)
Riproduzione riservata ©