La politica locale e regionale batte un colpo sulla vicenda Colussi, dove ci saranno tredici settimane di cassa integrazione a rotazione per 300 operai.
Come emerso nei giorni scorsi, Confindustria e maestranze sono state informate dall’azienda che “si trova a dover gestire gli impianti dello stabilimento di Petrignano di Assisi in maniera discontinua” e quindi “nell’impossibilità di utilizzare a tempo pieno circa 360 unità lavorative, nello specifico 337 operai su 345, 20 impiegati su 70 e 0 quadri su 7” a causa dell’aumento dei costi energetici e dell’assenza di materie prime.
“Gli effetti economici in termini di incrementi del costo dell’energia e delle materie prime derivanti dal conflitto Russia-Ucraina, come noto, stanno interessando parte consistente del sistema produttivo nazionale e regionale. L’Assessorato allo Sviluppo Economico ha attivato interlocuzioni con le associazioni di categoria ed imprese anche del comparto agroalimentare e tra queste con la governance aziendale di Colussi Spa, per acquisire elementi informativi in ordine all’evoluzione della situazione”. È quanto rende noto l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Michele Fioroni.
“Dai colloqui di quest’ultima, è emerso – dichiara l’assessore – un quadro di attenta valutazione e monitoraggio degli impatti congiunturali derivanti dai rincari delle materie prime sul ciclo produttivo, per cui l’azienda è impegnata nell’attuazione delle conseguenti ordinarie misure di gestione delle attività produttive e di riallineamento del ciclo delle scorte”.
Nel tardo pomeriggio di sabato arriva la presa di posizione ufficiale della Colussi, secondo cui la cassa integrazione ha “l’obiettivo di minimizzare gli effetti legati agli incrementi speculativi dei prezzi delle materie prime e dei costi energetici attraverso un utilizzo moderato dello strumento per consentire uno spegnimento alternato e selettivo di alcune linee di produzione, in base all’approvvigionamento e alla disponibilità di materie prime e di materiali di confezionamento nonché alle mutate richieste del mercato e dei clienti. La cassa integrazione ordinaria coinvolgerà a rotazione ed in modo parziale il personale di stabilimento. L’incontro con le Organizzazioni Sindacali è stata anche l’occasione per rinnovare la centralità del sito di Petrignano nell’ambito della strategia industriale del Gruppo che vede confermare gli importanti investimenti sullo stabilimento e che consentiranno di rinnovare e potenziare completamente 3 delle 6 linee di produzione entro la fine dell’anno 2022“.
Il Pd di Assisi chiede “una parità di trattamento a 360° per tutti i lavoratori. È fondamentale non andare e intaccare eccessivamente le famiglie meno abbienti, ma ripartire il peso del sacrificio su tutti i soggetti coinvolti. Come Partito Democratico di Assisi faremo tutto ciò che ci è possibile, a livello politico e nel nostro ruolo nell’amministrazione, per sostenere i lavoratori e l’azienda, che rappresenta un elemento essenziale del nostro territorio e che va sostenuta. La Regione Umbria deve fare la propria parte e introdurre il prima possibile delle misure ad hoc per evitare che questa crisi possa travolgere le nostre imprese, molte attive in settori che oggi soffrono particolarmente l’aumento dei costi dell’energia. Così come il Governo”.
La Lega Umbria con il segretario Virginio Caparvi e il consigliere regionale Stefano Pastorelli fa sapere invece che “seguirà da vicino gli sviluppi della vicenda legata all’avvio della cassa integrazione per i 300 lavoratori dello stabilimento della Colussi di Petrignano di Assisi” e che “Al fine di scongiurare gravi ripercussioni sul futuro dell’azienda in termini di competitività sul mercato, produzione e livelli occupazionali” presenterà “una interrogazione urgente rivolta al Ministero dello sviluppo economico, oltre a richiedere all’assessorato regionale di riferimento l’avvio di una interlocuzione tra Regione Umbria e vertici aziendali”.