Cassa integrazione a zero ore per i lavoratori della Sigit di San Giustino, impegnati nelle attività legate alla gomma e plastica dello stabilimento. Questa misura, che secondo i sindacati si è rivelata “improvvisa e unilaterale” solleva in queste ore gravi interrogativi sul futuro produttivo e occupazionale del sito altotiberino.
“La decisione dell’azienda, che prevede la sospensione totale del lavoro per un periodo indeterminato, -sottolineano Femca Cisl e Filctem Cgil, unitamente alle RSU di Sigit di San Giustino – non solo mette a rischio i posti di lavoro ma aggrava ulteriormente la già delicata situazione economica e sociale dei dipendenti, che si trovano ora a fronteggiare un’incertezza totale sul loro futuro, coperti solo dall’ammortizzatore sociale”.
La preoccupazione cresce, in particolare, alla luce di alcuni spostamenti di macchinari e stampi effettuati nei mesi scorsi, giustificati dalla direzione aziendale come necessari per trasferire lavoro in altre sedi che ne erano sprovviste, a causa della saturazione della sede di San Giustino. Tuttavia, dopo aver trasferito macchinari produttivi per sostenere altre realtà, i lavoratori si trovano ora a dover affrontare la sospensione totale dell’attività per un periodo indefinito, con il crescente timore che altri macchinari e stampi possano essere trasferiti ad altri stabilimenti Sigit.
Le organizzazioni sindacali denunciano che “questa scelta non è stata accompagnata da un piano industriale chiaro, che possa garantire la tutela delle professionalità e la salvaguardia dell’occupazione”. A seguito di tale decisione le stesse hanno proclamato ufficialmente l’apertura di uno stato di agitazione, che prevede l’attivazione di un’assemblea permanente dei lavoratori e lavoratrici dello stabilimento, la quale resterà attiva fino al prossimo incontro sindacale previsto per il 15 novembre 2024 e, in ogni caso, fino a quando l’azienda non fornirà risposte concrete e non dissiperà i dubbi riguardanti la tenuta della sede.