C’è anche il dirigente della Juventus Fabio Paratici tra le sette persone indagate dalla Procura della Repubblica di Perugia per il caso Suarez, l’esame di lingua all’Università per Stranieri definito “farsa” dai magistrati, al fine di far ottenere al calciatore il passaporto italiano.
In una nota pubblicata sul proprio sito Juventus Football Club conferma che è stata notificata a Fabio Paratici un’informazione di garanzia e sul diritto di difesa. “Il reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia – si legge – è esclusivamente l’articolo 371 bis c.p.”.
Per la Procura perugina manager e professionisti del club bianconero p ad esso legato avrebbero fatto di tutto per “accelerare” l’ottenimento del passaporto italiano a Suarez, così da poterlo tesserare come calciatore comunitario. Affare poi sfumato. Pressioni che per i magistrati la Juventus avrebbe svolto attivandosi anche “ai massimi livelli istituzionali“.
Nelle carte di chi indaga è spuntato anche il nome della ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, a cui Paratici, suo amico d’infanzia, si sarebbe rivolto per avere un contatto con il ministero dell’Interno. De Micheli, già interrogata, ha detto di essersi limitata a procurare il contatto richiesto, ma senza aver avuto parte alcuna nell’esame del calciatore.
Nella nota del procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone si confermava, pur senza fare nomi, un altro filone di indagine su soggetti esterni all’Università per Stranieri, i cui vertici – con la rettrice Giuliana Grego Bolli – sono stati sospesi per 8 mesi come richiesto dalla stessa Procura.
La Juventus “ribadisce con forza la correttezza dell’operato di Paratici e confida che le indagini in corso contribuiranno a chiarire la sua posizione in tempi ragionevoli“.