Dopo gli arresti domiciliari disposti dal Gip di Perugia nei confronti dell’ex amministratore unico di Sogepu Cristian Goracci e di Antonio Ganieri (Ece), le reazioni politiche non si sono certo fatte attendere.
Nella maxi inchiesta sulla gestione rifiuti in Alta Umbra i due dirigenti sono stati accusati entrambi di corruzione e fatture per consulenze “fantasma”. Nello specifico, secondo la Procura, Goracci, a fronte di un indebito pagamento da parte di Granieri – una maxi tangente di 750 mila euro – avrebbe agevolato la partecipazione e poi l’aggiudicazione di Sogeco (società formata al 49% dalla pubblica Sogepu e al 51% dal socio privato Ece) del bando di gara per l’affidamento in concessione della gestione rifiuti in ben 14 Comuni fino al 2038, per un importo complessivo di oltre 350 milioni di euro.
Dopo aver già chiesto la convocazione della Commissione Controllo e Garanzia (che si terrà il prossimo 16 ottobre) per avere un incontro con il CDA di Sogepu, il centrodestra – Elda Rossi, Riccardo Leveque (Fd’I), Tommaso Campagni (FI), Andrea Lignani (Castello Civica) e Roberto Marinelli (Marinelli sindaco) – ha chiesto senza mezzi termini le dimissioni “per responsabilità politiche oggettive“ di tutti i membri delle due ultime giunte comunali, compresi i consiglieri comunali di maggioranza, che fanno ancora parte dell’attuale Consiglio e Giunta.
I consiglieri chiedono inoltre il commissariamento di Sogeco per quanto riguarda le quote pubbliche, “a tutela di lavoratori e cittadinanza”, e l’immediata costituzione come parte civile del Comune “per danni economici, di servizio, immagine e gestione. “Servono chiarimenti e approfondimenti su investimenti, costi del personale, consulenze e sponsorizzazioni avvenuti negli anni passati e rapporti economico-finanziari tra Sogepu e Sogeco a seguito delle vicende giudiziarie“.
“La recente inchiesta – ha dichiarato Luciana Bassini (Gruppo Misto-Azione) – ha generato non solo sgomento, ma anche serie preoccupazioni per le ripercussioni sul futuro della città e sulla tutela dei lavoratori. Ecco perché sostengo pienamente le richieste di chiarezza avanzate da opposizioni e cittadinanza, e invito attuale amministrazione e Cda di Sogepu a fornire risposte rapide. La Commissione Controllo e garanzia deve lavorare affinché si possano valutare azioni necessarie a garantire continuità servizi pubblici, tutela dipendenti e ripristinare la fiducia della città nelle istituzioni. È poi fondamentale convocare l’assemblea straordinaria dei soci Sogepu, come detto dal sindaco, per affrontare del tutto le prospettive gestionali ed eventuali modifiche necessarie per salvaguardare l’integrità dell’azienda”.
Ovviamente non si è fatta attendere nemmeno la replica dei gruppi di maggioranza tifernate (Pd, Psi, Lista Luca Secondi Sindaco), che hanno sottolineato come l’amministrazione affronterà la vicenda nell’ambito della Commissione Controllo e Garanzia: “Sarà quello il luogo istituzionale preposto per analizzare la questione sul piano politico, perché la strumentalizzazione che si cerca di mettere in campo mescolando vicende giudiziarie e politiche risulta assolutamente erronea e scorretta. Sicuramente non bisogna minimizzare una vicenda che coinvolge un soggetto politicamente esposto, quindi la riflessione va fatta ma siamo nelle linee del pieno garantismo e ribadiamo totale fiducia nella magistratura. Sul piano politico l’amministrazione ha sempre dimostrato piena apertura a dare le risposte che gli competono.
“Si ricorda inoltre al centrodestra che nella trascorsa legislatura, nel passaggio fondamentale riguardante l’atto relativo alla formazione della società di scopo Sogeco si sono astenute proprio perché non ravvisavano comunque irregolarità o particolari situazioni di problematicità di carattere amministrativo”. A votare contro quella delibera comunale, nel 2019, furono solo Emanuela Arcaleni e Vincenzo Bucci di Castello Cambia, che tra le tante criticità rilevate, ritenevano incomprensibile come nella futura società di scopo venisse lasciato il 51% di quote ad Ece e il 49% a Sogepu, che aveva un capitale notevolmente maggiore rispetto al socio privato.