Con atto n. 496 del 24 aprile la Giunta regionale (assente la presidente dimissionaria Catiuscia Marini) ha deliberato la procura generale con cui affida a Sviluppumbria la gestione del patrimonio immobiliare della Regione per la sua “valorizzazione”.
Un altro finito nel mirino delle opposizioni, che invocano lo scioglimento del Consiglio e della Giunta e l’avvio del periodo di “commissariamento”. In particolare attacca il Movimento 5 stelle. “Dopo le dimissioni della presidente Marini – attacca la pentastellata Maria Grazia Carbonari – la Giunta regionale sembra aver trovato un particolare slancio, sfornando delibere su ogni materia, come biscotti. Soltanto nella giornata di lunedì la Giunta avrebbe adottato 59 delibere!“.
Tra i tanti atti, alcuni dei quali segnalati alle autorità per maggiori approfondimenti, vi è appunto la “Procura generica da conferire alla Sviluppumbria S.p.A. per lo svolgimento delle attività afferenti la valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale” (DGR 496 del 24 aprile) con cui la Giunta conferirebbe a Sviluppumbria “il potere di agire in nome e per conto della Regione nell’espletamento delle attività relative alla valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale”.
Atto, denuncia Carbonari, che solleva timori per la “trasparenza” e il “controllo” che potranno avere cittadini e consiglieri regionali su tale gestione del patrimonio immobiliare pubblico. Infatti, di Sviluppumbria, la stessa Corte dei Conti avrebbe evidenziato recentemente la “diffusa resistenza a chiarire in modo puntuale ed esaustivo i motivi che sorreggono le proprie scelte di mantenimento di talune partecipazioni che presentano profili problematici … giustificare l’assenza di misure di razionalizzazione o di interventi diretti al contenimento dei costi di funzionamento degli organismi partecipati … tendenza ad allargare l’ambito di intervento di tali società, le quali, oltre alle funzioni di consulenza e di promozione finanziaria, assumono sempre più le funzioni di “gestore” del complesso dei fondi pubblici assegnati”.
“Da anni, con il pretesto della ‘razionalizzazione’ – prosegue l’esponente pentastellata – la Giunta e la sua maggioranza ‘di ratifica’ starebbero trasferendo sempre maggiori poteri e competenze ad enti partecipati, i cui vertici sono quasi sempre ‘soggetti tecnici e indipendenti’, come l’attuale direttore generale di Sviluppumbria: ex senatore, sottosegretario, capogruppo DS-PD, oltre che fondatore e primo tesoriere nazionale del Partito Democratico. Grazie a questa ‘riforma’, persone espressione di questa maggioranza avrebbero potenzialmente ampi poteri sulla gestione della cosa pubblica anche qualora questa maggioranza politica dovesse finalmente cadere alle prossime elezioni dopo decenni di potere ininterrotto. Forse proprio perché c’è ancora tanto da fare, tutti i consiglieri di maggioranza (divisi a parole, ma quasi sempre uniti nel voto) avrebbero deciso ‘responsabilmente’ di dilazionare il voto sulle dimissioni della presidente Marini, che così potrebbe avere il tempo di ritirarle appena dopo le elezioni europee. Se ci dovesse aspettare un altro anno di Giunta Marini – avverte Carbonari – noi siamo ancora più motivati per continuare a vigilare, segnalare alle Autorità e pubblicizzare ai cittadini ciò che viene fatto dei loro soldi e dei loro diritti“.
Il caso Sanitopoli, che ha portato ad arresti eccellenti di esponenti del Pd ed alle dimissioni di Catiuscia Marini, indagata, è esploso proprio a seguito di un esposto presentato dal consigliere del Movimento 5 stelle Andrea Liberati, che aveva ricevuto una lettera su presunti illeciti negli appalti e nei concorsi all’ospedale di Perugia.