Caso Pecorelli, spuntano documenti falsi | Da due giorni alloggiava al Giglio - Tuttoggi.info

Caso Pecorelli, spuntano documenti falsi | Da due giorni alloggiava al Giglio

Davide Baccarini

Caso Pecorelli, spuntano documenti falsi | Da due giorni alloggiava al Giglio

Dom, 19/09/2021 - 08:46

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Il 45enne imprenditore di San Giustino sarebbe già stato denunciato per sostituzione di persona, domani (lunedì 20 settembre) la sua verità in Procura a Perugia

Dalla scomparsa in Albania quasi 9 mesi fa – dov’era stato dato per morto con lo spettro di un violento e misterioso omicidio – al ritrovamento di venerdì (17 settembre) al largo del mar Tirreno, a bordo di un gommone in panne e in balìa delle onde. L’incredibile storia dal sapore “cinematografico” di Davide Pecorelli, il 45enne imprenditore di San Giustino, ha fatto discutere e continua a far parlare l’intero Altotevere e non solo.

E pian piano emergono nuovi elementi che lo stesso Davide chiarirà domani (lunedì 20 settembre) in Procura a Perugia. L’altotiberino si trovava in “vacanza” – come avrebbe lui stesso dichiarato – in un hotel all’isola del Giglio da due giorni, dove ha poi noleggiato quel gommone che lo ha “tradito” nei pressi dell’isola di Montecristo (non di Gorgona come inizialmente emerso), costringendolo a chiamare addirittura l’ex moglie.

Soccorso e riportato sulla terra ferma dai forestali di Grosseto Davide Pecorelli è apparso quasi irriconoscibile rispetto a quello “solito”: capelli lunghi e un notevole dimagrimento, forse per dare un senso ai documenti falsi che avrebbe fornito alla struttura ricettiva dove stava alloggiando e che gli sarebbe valso già, a meno di 24 ore dal “ritorno in vita”, una denuncia per sostituzione di persona.

Si fanno sempre più nitidi, dunque, i contorni dell’allontanamento volontario per sfuggire – come bisbigliato da più parti – da possibili difficoltà economiche (a fine gennaio era stato sequestrato per fallimento uno dei suoi numerosi negozi). Fatto sta che, per ora, anche la sua presenza al largo del Tirreno si aggiunge al lungo elenco di misteri non risolti.

A questo punto pure l’ipotesi che l’incendio della Skoda Fabia (nella foto la carcassa della vettura) sia stata parte del “progetto di fuga” si fa sempre più concreta. Ma di questo eventuale reato – se venisse riconosciuta la simulazione di delitto (nell’auto carbonizzata erano stati ritrovati semi-integri il suo orologio e il suo telefono) – Davide Pecorelli dovrà risponderne direttamente agli inquirenti albanesi.

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