Istituzioni

Caso Pastorelli: le opposizioni chiedono le scuse urgenti, la maggioranza fa melina

Caso Pastorelli, la maggioranza fa melina e boccia l’urgenza con cui le opposizioni chiedevano le scuse immediate dell’assessore per il post sugli Usa e Trump. Un post che, per l’abbigliamento utilizzato dall’assessore – a cominciare dall’ormai “famoso” colbacco – a molti è sembrato evocare (cosa smentita dalla stessa Pastorelli) uno dei capopolo di Washington, Jake lo Sciamano.

I “casi” Pastorelli e Sacripanti
sul tavolo del ministro

Opposizioni all’attacco: scuse o dimissioni

La capogruppo del Pd Sarah Bistocchi ha illustrato la mozione d’ordine (firmata da tutte le opposizioni) con cui si chiedevano le scuse da parte dell’assessore Clara Pastorelli. O, in caso contrario, le sue dimissioni o un intervento del sindaco Romizi per la rimozione.

Bistocchi ha parlato di comportamento “frivolo e immaturo” da parte dell’assessore Pastorelli, “sul piano politico e istituzionale“. Respingendo ogni accostamento agli insulti, anche sessisti, di cui poi l’assessore Pastorelli è stata oggetto sui social.

Anche la capogruppo pentastellata Francesca Tizi, pur prendendo le distanze dagli insulti sessisti, ha ricordadto che “chi amministra deve avere un senso assoluto delle istituzioni“.

La maggioranza: urgenza invocata da chi ha creato clamore

Michele Nannarone (capogruppo FdI, lo stesso partito di Pastorelli), parlando a nome dell’intera maggioranza, ha replicato che l’urgenza non sussiste. Soprattutto se il clamore mediatico (il “caso Pastorelli” è finito su tutta la stampa nazionale, pur con diverse letture) “viene innescato dagli stessi soggetti che invocano la mozione urgente“.

Diplomazie al lavoro nel fine settimana

La maggioranza, dunque, fa quadrato intorno a Clara Pastorelli, rinviando la discussione a quando il tema sarà meno caldo. E questo nonostante le irritazioni di alcuni, per la valutazione nel merito o per convenienza politica.

Ma nella giornata di domenica le diplomazie dei partiti che sostengono Romizi avevano concordato di non offrire una ribalta nazionale alle opposizioni. Che comunque, persa la battaglia (dall’esito comunque prevedibile e previsto) sono ancora pronte a dare battaglia sul “caso Pastorelli – Jake lo Sciamano”. Non Emanuela Mori (Iv) che sull’urgenza si è astenuta.