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Caso Eurovita, l’ansia dei risparmiatori per le polizze congelate

Ci sono anche diversi risparmiatori umbri tra i circa 353mila italiani che hanno sottoscritto le 413mile polizze Eurovita il cui riscatto è stato sospeso fino al 30 giugno. Un provvedimento che segue il commissariamento della società assicurativa da parte dell’Ivass, alla luce dei mancati parametri di liquidità seguiti all’impennata dei tassi di interesse.

In tutto, i fondi investiti attraverso le polizze vita collocate dalla società, secondo il Codacons, ammontano a 15,3 miliardi. Che ora sono a rischio.

Per questo le associazioni dei consumatori stanno valutando possibili azioni di tutela degli interessi degli investitori. Anche minacciando una class action verso banche, consulenti e intermediari che hanno collocato al pubblico le polizze. Prodotti assicurativo-finanziari collocati nel centro Italia da alcune banche nazionali (e straniere) e del mondo del credito cooperativo.

Le principali banche e assicurazioni italiane del settore vita (Generali, Poste, Intesa Sanpaolo, Unipol e Allianz) stanno valutando la possibilità di creare una cordata per rilevare le polizze Eurovita sottoscritte. Anche per evitare la sfiducia dei risparmiatori. Anche se, assicurano, non si tratta di una crisi di sistema, escludendo quindi il rischio di contagio ad altri prodotti assicurativi e di investimenti. Con le banche e le assicurazioni che hanno collocato i prodotti che dovrebbero però essere chiamate a farsi garante dei riscatti che eventualmente vorranno effettuare i clienti una volta scongelati i prodotti. Perché in attesa di sviluppi, resta comprensibilmente elevato il timore di questi ultimi.