“Basta dispetti”. Il sindaco Fabrizio Cardarelli sul caso Cisom – Le Aquile ieri pomeriggio in consiglio comunale è stato chiaro. “L’amministrazione comunale farà tutto ciò che è possibile per il recupero di questa associazione (Le Aquile, ndr), purché ci sia la volontà di creare uno spirito di collaborazione. Se si superano le difficoltà di rapporti che si sono create, da parte nostra non c’è nessuna preclusione”. Così il primo cittadino ha voluto rispondere all’interpellanza presentata dal consigliere comunale del Massimiliano Capitani sul “depauperamento del sistema comunale di protezione civile”.
L’interpellanza del Pd – L’esponente democratico, a nome anche del gruppo consiliare, aveva ricordato come nel 2004 a Spoleto si è costituita l’associazione “Le Aquile”, “attiva in protezione civile in particolar modo nell’attività di ricerca dispersi con unità cinofile” e “che detta associazione ha operato in regime di convenzione con il Comune fino all’anno 2012”. A partire da quella data, però, Le Aquile si erano di fatto fuse nel Cisom, il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, con una pressoché specularità di iscritti in entrambe le associazioni, tanto che l’unità cinofila aveva anche donato i suoi veicoli al Cisom. Capitani ha ripercorso quindi quanto avvenuto nelle ultime settimane, con gli iscritti intimati dai vertici regionali del Cisom a scegliere tra le due associazioni, cosa che aveva portato a dimissioni in massa, con la maggior parte degli iscritti che aveva scelto di rimanere solo nelle Aquile. Associazione che, viene spiegato nell’interpellanza, “è co-intestataria di una concessione da parte del Ministero dello Sviluppo economico per l’utilizzo di due frequenze radio ad uso protezione civile” e che aveva un accordo con il Comune di Spoleto per la gestione dell’area dell’ex tiro a volo di Monteluco, “che è stata quindi recuperata dallo stato di totale abbandono in cui versava, ed adibita a centro di addestramento cinofilo”. Insomma, vista la complessità della questione, i consiglieri del Pd chiedevano al sindaco di fornire “delucidazioni esaustive in merito a: quali azioni intende intraprendere il Comune di Spoleto perché non avvenga tale perdita di risorse e mezzi, la maggior parte delle quali frutto di impegno e donazione di volontari di Spoleto; quali azioni intende intraprendere per verificare se il Cisom gruppo Spoleto, sia ancora in grado di assolvere agli impegni istituzionali assunti; se e quali azioni intende intraprendere per re-inserire a tutti gli effetti, l’associazione “Le Aquile” nel sistema comunale di Protezione Civile, evitando che la città di Spoleto perda preziose capacità, soprattutto nel settore della ricerca cinofila”.
La replica del sindaco Cardarelli – Il primo cittadino ha quindi ricordato come la vicenda in realtà esuli in gran parte dalle competenze del Comune, riguardando Cisom e Le Aquile. Chiarito poi il discorso del mezzo che sembrava dovesse essere affidato ad un altro gruppo di protezione civile di un’altra città, che invece è tornato in città. “Probabilmente – ha detto il sindaco – era vero che quella macchina era stata in revisione”. “Io sarò a disposizione – ha spiegato – per far parlare i responsabili delle due associazioni e fargli risolvere i loro problemi”. Quanto all’operatività del Cisom, secondo Capitani insufficiente a garantire servizi di protezione civile – soprattutto in caso di neve e rischio idraulico – non essendoci più quasi volontari, Cardarelli ha sottolineato che il Cisom attualmente conta una quindicina di iscritti. “Quanto a far rientrare Le Aquile nel sistema di protezione civile comunale – ha aggiunto – farò tutto ciò che è possibile per il recupero di questa associazione, a patto che ci sia la volontà di creare uno spirito di collaborazione. Se si superano difficoltà di rapporti, da parte nostra non c’è nessuna preclusione. Ma basta dispetti”. Infine la questione delle frequenze radio concesse alle Aquile: Cardarelli ha spiegato che sono al vaglio delle soluzioni alternative: “È venuto un esperto di telecomunicazioni, ci procureremo il modo di usare i nostri apparati di ricezione in piena autonomia”.
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