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CASO “CIACCA”, TOMMASO ESCE DA SEGRETERIA RADICALI. BINETTI E MONACELLI (UDC) SFREGIANO LA COSTITUZIONE, RONCONI PRENDE LE DISTANZE (Commenta, Siamo tutti orgogliosi)

(Lu.Bi. – Ca.Cer.) – Tommaso Ciacca, il neoprimario di anestesia e rianimazione del nosocomio di Orvieto, ha rassegnato le proprie dimissioni dalla segreteria regionale dei Radicali dopo gli attacchi portati da alcuni esponenti dell’Udc come l’onorevole Paola Binetti e la consigliera regionale Sandra Monacelli. Le due politiche, come si ricorderà, avevano ferocemente criticato l’asl ternana – più precisamente il d.g. Vincenzo Panella, per aver affidato a Ciacca l’incarico di primario del reparto orvietano. La ‘colpa’ di Ciacca, per le due esponenti dell’Udc, sarebbe quella di appartenere ai Radicali e alla associazione “Luca Coscioni” e di aver accolto nel 2007 “l’appello di Giovanni Nuvoli, malato di sclerosi laterale amiotrofica che aveva più volte manifestato la volontà che fossero spente le macchine che lo tenevano in vita. Solo l’intervento della procura di Alghero ha evitato che questo accadesse….è chiaro a tutti che nominare come primario dell'area di anestesia un professionista che si è dichiarato disposto a staccare la spina di pazienti con cui non aveva alcun rapporto potrebbe costituire una non indifferente condizione di rischio per l'intera area di anestesia e rianimazione dell'Ospedale. Ecco perché urge sapere quali siano stati i criteri che hanno portato a questa decisione e a quale valore e tutela della vita umana ci si sia ispirati.” Insomma, quando si dice “mischiar il membro con il paternoster”, come si dice in Umbria.

Perchè le due uddiccine sembrano non sapere che l’incarico non è stato dato a Ciacca per chissà quali meriti, ma perchè ha vinto un regolare concorso bandito dalla Asl ternana, grazie ai suoi titoli e pubblicazioni scientifiche che ne fanno, a 45 anni, uno dei più giovani primari d’Italia.

Talmente bravo ed affermato, anche a livello internazionale, da aver sbaragliato il campo. Senza la benchè minima “pressione”, senza “spintarelle”, come ha ammesso soddisfatto (e sollevato) il d.g. Panella. Le due casiniane in un sol colpo sono riuscite a sfregiare 4 articoli della Costituzione, precisamente il 3, 21, 32 e 97 (una ripassatina magari non farebbe loro male): quello sulla eguaglianza dei cittadini, sulla libertà di pensiero, sul rispetto della persona umana in materia di trattamenti sanitari, sull’accesso agli impieghi pubblici e alla conseguente possibilità di far parte di partiti politici.

L’attacco delle due casiniane ha comunque prodotto i primi effetti: quello di gettare un bel pò di patè de merde (per citare la Littizzetto) sul povero Ciacca portandolo a rinunciare al suo legittimo diritto di far anche parte di una segreteria politica. L’annuncio del suo abbandono è arrivato questo pomeriggio per bocca di Liliana Chiaramello che a Radio radicale ha confermato come “Ciacca, scosso dalle polemiche di questi giorni, ha deciso di rinunciare al proprio incarico”.

Ecco come la politica può intromettersi nella gestione della res publica. E siccome fra cani non ci si azzanna, finora son ben poche le prese di posizione in favore del neoprimario. La prima è quella dell’onorevole Carlo Trappolino (Pd): “Ad un medico non chiediamo di consolarci con il suo corredo di valori, ma di guarire le nostre malattie. Per la Binetti, invece, sono i valori – confessionali – a fare il medico e non altro. Il fatto che sappia fare diagnosi e curarci, è per ella un effetto collaterale. Così, come una novella Lysenko, la Binetti si è scagliata contro la nomina a primario anestesista all’Ospedale di Orvieto di Tommaso Ciaccia, reo di far parte dell’Associazione Luca Coscioni e di aver espresso le proprie idee in merito alle questioni dibattute nelle commissioni di bioetica. Non conta sapere che il dottor Ciacca sia stato selezionato perché capace di fare bene, come attestato dai titoli in suo possesso, il proprio mestiere. Non contano le sue competenze in materia di terapia del dolore. Per la parlamentare UDC contano le idee filosofiche di Ciacca e il suo essere socio dell’Associazione Luca Coscioni. Seguendo la metodologia di selezione della Binetti, avremmo ospedali di incerta efficacia terapeutica e tuttavia profondamente devoti. Ma il fine della medicina è testimoniare la propria visione religiosa o avvicinarsi alle persone salvando esse dalla malattia e dalla sofferenza?”

Non meno sferzante il commento del consigliare comunale di Spoleto Marco Trippetti, medico e collega fino a pochi giorni fa di Ciacca: “Appare quanto mai singolare che la politica possa sollevare dubbi sulla persona esclusivamente per le convinzioni etiche e morali della persona stessa […] È scontato però che la politica, per riappropriarsi di quel ruolo di guida che le compete, dovrebbe abbandonare lo squallore dell’attualità fra primarie falsate, festini a luci rosse e case in paradisi fiscali per sapere e potere affrontare discussioni di questo livello, evitando il clima di persecuzione del singolo o di “caccia alle streghe”, aprendosi al dialogo con serenità, serietà e soprattutto LAICITÀ”. Concetti che Trippetti ha riproposto nell’intervista concessa stamani a Radio Radicale (ascoltalo) dove ha aggiunto: “dovremmo essere tutti orgogliosi come umbri che un medico così giovane è stato chiamato a guidare un importante reparto come quello orvietano”.

Il fronte pro-Ciacca è destinato ad allargarsi. Mentre sembra spaccarsi proprio quello dell’Udc.

Un ulteriore sostegno arriva dall’ex senatore e consigliere provinciale Udc Maurizio Ronconi, sentito al telefono da TO®: “quelle prese di posizione sono una vergogna – dice il leader umbro del partito di Casini – non si può mischiare l’attività professionale di una persona con il suo pensiero; Ciacca come qualunque altro professionista ha il diritto di esercitare la propria professione secondo scienza e coscienza. Nella mia vita di medico ho incontrato tante persone che non la pensavano come me, ma non per questo non erano dei validi medici, ingegneri, etc.”. Quanto alle dimissioni dalla politica attiva Ronconi commentà così: “Ciacca ha sbagliato, non doveva dimettersi, non doveva dargliela vinta. E lo dice uno che non la pensa come Ciacca”.

E il diretto interessato? Ha già cominciato a lavorare, con la stessa passione e professionalità che gli hanno fatto conquistare il cuore di centinaia di pazienti. Al telefono dice di non voler commentare la notizia, lasciandosi sfuggire che la prossima settimana sarà però ad Alghero per assistere alla presentazione del libro scritto dalla moglie di Giovanni Nuvoli, la signora Maddalena. “Ovviamente informerò per correttezza la direzione generale dell’azienda” tiene a precisare Ciacca.

Quando si dice fare il proprio dovere, rispettare le istituzioni e comunque pensarla come si vuole. Come Costituzione vuole.