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Caso Bianzino, confermata condanna all’agente che non lo aiutò

Confermata dalla Cassazione la condanna a un anno di reclusione nei confronti dell’agente di Polizia penitenziaria, Gianluca Cantoro, accusato di omissione di soccorso per la morte di Aldo Bianzino avvenuta nel carcere di Perugia nell’ottobre del 2007.

Bianzino era stato arrestato il 12 ottobre di quell’anno, insieme alla moglie Roberta, per possesso di piante di cannabis e si trovava appunto recluso nel carcere di Capanne. Con questa decisione, emessa ieri sera la Suprema Corte ha confermato il verdetto emesso il 16 ottobre 2014 dalla Corte d’appello di Perugia.

La vicenda giudiziaria che tanto ha coinvolto l’opinione pubblica però non è ancora al termine, ci sarà infatti un processo civile per la quantificazione del risarcimento  ai familiari di Bianzino a carico del Ministero di Giustizia dopo la conferma della condanna all’agente della Polizia penitenziaria accusato di non aver soccorso
Bianzino. “Il mio pensiero e la mia vicinanza – ha spiegato il legale Fabio Anselmo, che si è occupato anche delle vicende di Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi – vanno ai figli e alla moglie del povero Aldo”.